Scoperti nuovi virusvirus nei pipistrelli: minaccia pandemica o allarme ingiustificato?

Milano, Italia – La recente scoperta di due nuovi virus nei pipistrelli, “parenti stretti” dei letali virus Nipah e Hendra, sta sollevando preoccupazioni globali.

Identificati in Cina, questi patogeni potrebbero rappresentare una seria minaccia per la salute umana e animale.
Il nuovo studio, pubblicato su “PLOS Pathogens”, non solo rivela l’esistenza di questi Henipavirus inediti, ma anche una vasta gamma di altri microrganismi ospitati nei reni di diverse specie di pipistrelli, evidenziando il loro ruolo cruciale come serbatoi di malattie.

L’allarme dei ricercatori cinesi
I ricercatori dell’Istituto per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Endemiche dello Yunnan, in Cina, sono gli autori di questa scoperta preoccupante.
Hanno identificato i due nuovi Henipavirus, strettamente correlati ai virus Nipah e Hendra, noti per causare gravi infiammazioni cerebrali e malattie respiratorie con alti tassi di mortalità negli esseri umani. La pubblicazione non si limita a questi virus, ma presenta anche altri nuovi virus, batteri e parassiti rinvenuti nei reni dei pipistrelli.

La novità dello studio risiede nel suo approccio. Mentre la maggior parte delle ricerche precedenti si concentrava sulle feci dei pipistrelli, questa indagine ha esaminato direttamente gli organi interni. Analizzando i reni di 142 pipistrelli appartenenti a 10 specie diverse, raccolti in cinque aree della provincia cinese dello Yunnan nell’arco di quattro anni, gli scienziati hanno utilizzato metodi avanzati di sequenziamento genetico.
Un universo di patogeni nei reni dei pipistrelli

I risultati sono stati sorprendenti: sono stati scoperti 22 virus, di cui ben 20 erano precedentemente sconosciuti. Tra questi, i due nuovi Henipavirus sono quelli che destano maggiore preoccupazione. Sono stati rilevati in pipistrelli della frutta che vivevano in prossimità di frutteti e villaggi, una localizzazione che amplifica il rischio.
Dato che i virus Henipa si diffondono spesso attraverso l’urina, la ricerca solleva un timore concreto: la possibilità che frutta contaminata dall’urina infetta possa essere consumata da animali o esseri umani, innescando così una diffusione. Questo scenario non è nuovo; i pipistrelli sono stati la “fonte” della pandemia di SARS-CoV-2 e di altre epidemie passate.
Ma non è tutto. I ricercatori hanno anche identificato un nuovo parassita, chiamato Klossiella yunnanensis, e due specie di batteri presenti in abbondanza. Una di queste, Flavobacterium yunnanensis, è una specie di recente scoperta, che aggiunge un ulteriore tassello al complesso mosaico di microrganismi ospitati dai pipistrelli.

La necessità di studi approfonditi
“Questi risultati ampliano la nostra conoscenza dei patogeni presenti nei reni dei pipistrelli che potrebbero essere trasmissibili,” scrivono i ricercatori. Essi sottolineano “l’esistenza di minacce significative associate alle zoonosi e la necessità di analisi microbiche dettagliate in organi poco studiati per determinare meglio il rischio di trasmissione di patogeni dalle popolazioni di pipistrelli.”

L’analisi dei microrganismi nei reni dei pipistrelli raccolti vicino a frutteti e grotte di villaggi nello Yunnan ha permesso di svelare l’ampia gamma di microbi che questi animali “ospitano” al loro interno. Ha anche consentito di analizzare il genoma di nuovi virus Henipa, strettamente correlati ai virus Nipah e Hendra.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha rilevato che questi risultati “sollevano grande preoccupazione circa la possibilità che questi virus passino all’uomo o agli animali da allevamento.” Questa affermazione sottolinea la gravità della situazione e l’urgenza di monitorare attentamente lo sviluppo di questi patogeni.

Prevenzione e sorveglianza: le priorità
La scoperta di questi nuovi virus sottolinea l’importanza cruciale della sorveglianza e della prevenzione. Comprendere appieno la diversità microbica dei pipistrelli è fondamentale per anticipare e mitigare potenziali future pandemie. Data la stretta vicinanza tra gli habitat dei pipistrelli e le comunità umane, specialmente in aree con alta densità di popolazione e attività agricole, il rischio di spillover zoonotico rimane elevato.

È essenziale implementare strategie di monitoraggio continuo degli animali selvatici e del bestiame, soprattutto nelle regioni ad alto rischio. La collaborazione internazionale e la condivisione delle informazioni scientifiche saranno determinanti per sviluppare test diagnostici rapidi e potenziali trattamenti o vaccini.

La consapevolezza pubblica riguardo ai rischi associati al contatto con animali selvatici e alla sicurezza alimentare è altrettanto cruciale. Promuovere pratiche igieniche corrette e scoraggiare il consumo di alimenti che potrebbero essere stati contaminati da animali selvatici sono passi fondamentali per ridurre la possibilità di trasmissione.
Hai altre domande o vorresti approfondire qualche aspetto?

 

Condividi sui social