19 Settembre 2025 02:41
El Alamein 1942: il valore della Divisione Folgore nella battaglia
El Alamein 1942 non fu solo una delle più dure sconfitte militari italiane della Seconda Guerra Mondiale. Fu anche il teatro in cui il coraggio e la resistenza della Divisione paracadutisti “Folgore” entrarono nella leggenda. Gli stessi avversari britannici riconobbero il valore di quei soldati che si batterono “oltre il limite dell’inverosimile”.
La battaglia di El Alamein resta un simbolo di eroismo e sacrificio. Ancora oggi, a distanza di oltre ottant’anni, se ne ricordano i protagonisti con rispetto e ammirazione.
La battaglia di El Alamein 1942
Il 23 ottobre 1942 iniziò l’offensiva britannica contro le truppe dell’Asse in Nord Africa. Davanti alle linee inglesi, la Divisione “Folgore” fu schierata in prima linea, con l’ordine di difendere a ogni costo i settori di deserto assegnati.
Nei primi cinque giorni di combattimento, tra il 23 e il 28 ottobre, i paracadutisti italiani opposero una resistenza incredibile. Tre divisioni britanniche, una corazzata e due di fanteria, non riuscirono a sfondare. I reparti italiani inflissero pesanti perdite al nemico: settanta carri armati distrutti, oltre seicento caduti e quasi duecento prigionieri.
Le perdite della Divisione Folgore
L’eroismo ebbe però un prezzo altissimo. In quei giorni la Divisione “Folgore” perse 39 ufficiali e oltre 560 tra sottufficiali, graduati e paracadutisti. Su dodici comandanti in linea, otto morirono e due rimasero feriti.
Nonostante tutto, i paracadutisti continuarono a combattere. Lo fecero con una determinazione tale da guadagnarsi l’ammirazione persino dei nemici.
Il rispetto degli avversari
Un ufficiale britannico catturato il 27 ottobre si presentò al comandante del 187° reggimento “Folgore” con parole che divennero memorabili: “Credevamo di doverci battere contro degli uomini, ci siamo trovati di fronte a dei macigni. Ogni vostro soldato, Signore, è un eroe”.
Anche la stampa inglese rese omaggio. L’8 novembre 1942 la BBC dichiarò: “Gli italiani si sono battuti molto bene ed in modo particolare la Divisione Folgore, che ha resistito al di là di ogni possibile speranza”.
Il drammatico ripiegamento
Dopo il 3 novembre, le truppe dell’Asse iniziarono a ritirarsi. I paracadutisti italiani, decimati e senza mezzi, marciarono a piedi nel deserto, trasportando a braccia i pochi pezzi anticarro rimasti. Senza acqua né rifornimenti, resistettero a nuovi attacchi.
Il 6 novembre, esaurite le munizioni e distrutte le armi per non consegnarle al nemico, i superstiti si arresero. Dei 5000 uomini iniziali, rimasero in piedi 32 ufficiali e 272 paracadutisti. Ma non alzarono mai bandiera bianca. Passarono in riga con l’onore delle armi.
L’omaggio britannico
Dopo la resa, il generale Frattini, comandante della “Folgore”, fu invitato a incontrare il generale inglese Hugues, della 44ª divisione di fanteria britannica. Quest’ultimo gli disse: “Nella mia lunga vita militare mai avevo incontrato soldati come quelli della Folgore”.
Parole che suggellarono il rispetto conquistato sul campo da parte degli stessi avversari.
El Alamein 1942: una sconfitta che divenne leggenda
Se militarmente El Alamein 1942 fu una sconfitta per l’Italia, moralmente la battaglia consegnò all’onore della storia la Divisione Folgore. I suoi uomini mostrarono un coraggio che andò oltre ogni previsione e ogni limite umano.
Nonostante la resa finale, i paracadutisti italiani lasciarono un segno indelebile. Furono ricordati non per il risultato della battaglia, ma per l’eroismo con cui la combatterono.
Conclusione
La memoria di El Alamein 1942 continua a vivere come esempio di sacrificio e dedizione. La Divisione Folgore dimostrò che il valore di un soldato non si misura soltanto dalla vittoria, ma anche dalla dignità con cui affronta la sconfitta.
Una battaglia persa, ma di cui l’Italia va ancora orgogliosa.