22 Novembre 2024 05:51
CONTRASTO AL CYBERCRIME FARMACEUTICO: 42 SITI OSCURATI DAI NAS
Continua, nel contesto dell’emergenza pandemica, il monitoraggio del web condotto dai NAS di concerto
con le competenti Direzioni Generali del Ministero della Salute e volto a individuare siti che offrono in
vendita non solo medicinali, ma anche prodotti alimentari non notificati.
L’ultima attività di controllo della rete ha portato i militari del Reparto Operativo a eseguire 42
provvedimenti d’inibizione all’accesso dal territorio nazionale (cd. “oscuramento”) emessi dalla Direzione
Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico e dalla Direzione Generale Igiene, Sicurezza
Alimentare e Nutrizione nei confronti di altrettanti siti web collocati su server esteri e con riferimenti di
gestori non individuabili, sui quali venivano promosse e offerte, anche in lingua italiana, varie tipologie di
medicinali correlate anche all’emergenza pandemica da COVID-19 e asseriti integratori alimentari vantanti
presunte proprietà terapeutiche.
Oltre a una serie di farmaci recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, nonché
vendibili solo in farmacia da parte di farmacista abilitato, i Carabinieri del NAS hanno individuato l’offerta
in vendita di medicinali asseritamente contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e
specifiche indicazioni d’impiego clinico o sperimentale in relazione all’infezione da SARS-COV-2
conducendo una mirata attività di ricerca, in particolare, sull’ivermectina (presente in ben 35 siti),
antiparassitario utilizzato anche in campo veterinario e per il quale l’EMA, nel marzo 2021, ha emanato una
nota1
con la quale raccomanda di non utilizzare il principio attivo per la prevenzione o il trattamento di
COVID-19 al di fuori degli studi clinici. Presenti, inoltre, sui siti individuati, anche l’antibiotico
azitromicina, rispetto al quale l’AIFA ha pubblicato la scheda “Azitromicina nella terapia dei pazienti adulti
con COVID-19”, con la quale fornisce ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un
rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente, e l’antinfiammatorio colchicina, utilizzato per alleviare
il dolore da attacchi acuti di gotta, per il quale sempre l’AIFA, nell’aprile 2020, ha autorizzato uno studio per
la sola sperimentazione clinica nel trattamento del COVID-19, con l’obiettivo di valutare l’efficacia e la
sicurezza del principio attivo nel ridurre il tasso di ospedalizzazione di pazienti domiciliari con infezione
sintomatica da SARS-COV-2.
Tra i prodotti presentati sui siti oscurati, oltre a farmaci contenenti sostanze a effetto dopante (quali
clenbuterolo, furosemide, testosterone e somatropina), anche prodotti asseritamente a base di indometacina,
antinfiammatorio non steroideo impiegato nel trattamento delle malattie articolari degenerative, e ranitidina,
utilizzata per la cura dell’ulcera gastrica o del reflusso gastroesofageo.
Di non secondaria importanza, infine, l’individuazione e relativa inibizione di 4 siti che presentavano, in
violazione delle vigenti disposizioni, presunti integratori alimentari asseritamente vantanti proprietà
terapeutiche per la cura della disfunzione erettile, con claim promozionali che evidenziavano la presunta
origine “naturale”, e pertanto “sicura” per l’assuntore, dei relativi composti.
Salgono, dunque, a 283 i provvedimenti sinora eseguiti nel 2021 dai NAS (244 dei quali correlati
all’emergenza COVID-19).
Ancora una volta vanno invitati i cittadini a diffidare delle offerte in rete di medicinali e prodotti non
autorizzati o di dubbia provenienza, ricordando non solo che la vendita on line di farmaci soggetti a obbligo
di prescrizione è assolutamente vietata e che, per quanto concerne l’offerta in vendita dei “medicinali senza
obbligo di prescrizione”, è necessario verificare sempre la presenza del previsto logo identificativo nazionale
cliccando il quale si viene rimandati alla pagina web del sito internet del Ministero della Salute contenente i
dati relativi all’autorizzazione, ma anche che gli integratori alimentari non possono, tra l’altro, essere
pubblicizzati o presentati come vantanti proprietà terapeutiche o capacità di prevenzione o cura delle malattie