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ll Procuratore perde e il Grande Oriente d’Italia commenta:  “caccia alle streghe”sull’inchiesta di Palmi dell’allora Procuratore Cordova

il Procuratore Cordova

Clamorosa sentenza, ma non è la prima a favore del Grande Oriente d’Italia, dopo le diverse inchieste che cercano di inchiodare i “fratelli” del GOI, ma senza riuscirvi.

il Gran Maestro Stefano Bisi gioisce e dichiara:

“Carissimi Fratelli, questa sentenza – ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi – ci fa gioire perché rende giustizia anche ai tanti Fratelli che in quei lontani ma per tutti noi dolorosi anni ’92 e ’93 si trovarono perseguitati  e che subirono la perquisizione notturna delle forze dell’ordine a seguito di quella inchiesta.

E’ per questo che oggi proviamo una gioia particolare di fronte alla sentenza che scrive in modo inequivocabile gli eccessi dell’inchiesta Cordova e che dà soddisfazione al Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani
anche se non potrà mai sanare e cancellare i danni subiti da tanti nostri cari Fratelli dati in pasto all’opinione pubblica come malfattori”.

Secca, pronta e ferma l’analitica e decisa risposta dopo l’annuncio che il Procuratore Cordova dovrà pagare pure le spese…

La vicenda nasce nel 1993, quando il Procuratore Cordova chiese e sequestra i documenti relativi a una famosa inchiesta che aveva fatto molto discutere.

Se n’era occupato pure il Dubbio, ma ecco una porzione della sentenza di cui si parla

Le accuse avanzate (ndr da Agostino Cordova) non appaiono fondate perché l’articolo oggetto di giudizio parte da un fatto recente,

ovvero la restituzione dei primi fascicoli sequestrati nel corso dell’indagine sulla massoneria, per ripercorrere l’andamento della suddetta indagine utilizzando certamente, toni critici che vengono ripresi anche dal provvedimento di archiviazione dell’indagine emesso dal Tribunale di Roma nel 2001“.

La storia delle indagini.

Tanto clamore eppure secondo Bisi i massoni furono perseguitati, additati, trattati come mafiosi; che Cordova, dal suo ufficio di Palmi, ci aveva provato in ogni modo, salvo poi passare la palla a Roma, per competenza territoriale“.

Cordova citava in giudizio Il GOI (Stefano Bisi il rappresentante): “detto articolo riportava le dichiarazioni fatte dal Gran Maestro del GOI Stefano Bisi in data 7/4/17 nel discorso fatto nella Gran Loggia di Rimini, secondo cui Cordova avrebbe messo alla berlina i massoni” e chiedendo che venisse accertata la responsabilità per diffamazione aggravata e pronunciata così la relativa condanna al risarcimento dei danni.

Nella sostanza Cordova si sentiva messo in discussione e chiedeva i danni.

Le critiche fatte da Bisi nei confronti di Cordova erano state ritenute pesanti e irrispettose, e il giudice cosa ha stabilito?

 “La critica generale che emerge dall’articolo certamente si esprime con toni forti ma senza mai riferire fatti non veri o comunque aspetti dell’indagine mai affrontati prima dall’opinione pubblica tenuto conto del grande numero di articoli giornalistici che hanno menzionato tale iniziativa giudiziaria  e della grande eco mediatica che ne era scaturita anche ad interrogazioni parlamentari ed alla istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta“.

Le critiche possono indurre a parlare di “caccia alle streghe”, visto il clamore mediatico suscitato.

Il giudice precisa poi che “ si parla di marchio d’infamia, ma tali affermazioni non vengono rivolte direttamente alla persona del dott. Cordova ma in generale all’indagine in sé ed alle conclusioni cui è giunta“.

La conclusione del giudice è eloquente:

il linguaggio utilizzato non è mai sconveniente, offensivo o pesantemente allusivo ed, infine, la notizia riportata e la complessiva ricostruzione della vicenda giudiziaria è certamente di pubblico interesse tenuto conto della risonanza già avuta in passato dall’indagine iniziata dal Procuratore Cordova“.

La Massoneria è sempre citata, ma è un po’ come quando si parla dei partiti: inchieste che si aprono, altre che finiscono nel nulla, ma alla fine quello che conta sono i riscontri e quando ci sono le responsabilità sono individuali.

E se i procedimenti vengono archiviati ci saranno motivazioni serie e ponderate, visto il clamore.

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