22 Novembre 2024 05:54
Cagliari: sfruttamento della prostituzione, le Fiamme Gialle hanno sgominato un’organizzazione di nigeriani che favoriva l’immigrazione clandestina e riciclava capitali illeciti.
Cagliari: sfruttamento della prostituzione
L’operazione ha coinvolto circa 600 finanzieri del Comando Provinciale di Cagliari e del Servizio Centrale Investigativo Criminalità Organizzata con arresti e perquisizioni in tutta Italia.
I militari hanno arrestato una quarantina di persone.
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari riguardava un’associazione per delinquere di matrice nigeriana.
L’associazione era finalizzata al riciclaggio internazionale di capitali illeciti.
Gli indagati erano anche indiziati di far parte di una organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
A conclusione delle indagini sono stati contestati i reati di esercizio abusivo di attività di prestazione di servizi di pagamento e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Inoltre gli inquirenti hanno contestato reati contro la libertà individuale e lo sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante della trans nazionalità.
Al centro delle indagini c’era un’organizzazione criminale composta da individui di nazionalità nigeriana.
Le indagini hanno coinvolto 122 persone indiziate di far parte di una rete dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di reati contro la libertà individuale e di sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante della trans nazionalità.
Liberate 50 donne nigeriane
Le Fiamme Gialle hanno liberato oltre 50 donne nigeriane di cui 41 erano destinate al mercato della prostituzione e nove all’accattonaggio.
Le città interessate all’operazione sono Cagliari, Olbia, Alessandria, Brescia, Castel Volturno, Catania, Padova, Ravenna, Roma, Torino, Cuneo, Venezia e Verona.
I finanzieri hanno accertato un giro d’affari di quasi 2 milioni di euro e ne hanno sequestrati 712 mila.
Le indagini hanno inoltre accertato flussi di denaro dall’Italia verso la Nigeria per oltre 11 milioni di euro.
L’organizzazione criminale induceva le donne nigeriane ad indebitarsi, anche per cifre rilevanti, per le spese di viaggio verso l’Italia.
Una volta giunte nel “belpaese” i criminali le costringevano a fare qualunque cosa per sdebitarsi ed evitare ritorsioni verso i familiari rimasti in Nigeria.
Inoltre gli “schiavisti” nigeriani per sottomettere le donne e ridurle ad uno stato di vulnerabilità psicologica usavano celebrare riti “voodoo” per garantirsi del debito.
La struttura criminale era suddivisa in tre gruppi criminali radicati in Sardegna (nel cagliaritano), in Piemonte (nel torinese), in Emilia-Romagna (nel ravennate).