23 Novembre 2024 01:41
Milano, la storia di Josephine, coltiviamo l’integrazione
– Josephine non aveva mai mangiato melanzane o carciofi. Tanto meno li aveva coltivati. Ma a Milano ha imparato a cucinarli e a farli crescere, anche in un orto ritagliato tra i palazzi. Josephine Nakalanda ha quasi 40 anni e viene dall’Uganda. E’ arrivata in Italia nel settembre del 2018: ha lasciato il suo Paese a causa dei tanti problemi che lo affliggono.
A Milano ha partecipato al laboratorio Coltiviamo l’integrazione, progetto finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno con capofila Tamat NGO, in collaborazione con Associazione I Tetti colorati Onlus di Ragusa, Fondazione ISMU, Associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia e Cardet:
l’obiettivo dell’iniziativa (che oltre Milano ha interessato anche Perugia e Ragusa) è fornire ai migranti strumenti di integrazione sociale, culturale ed economica attraverso un’attività pratica che favorisca l’interazione con la comunità locale e dia competenze che possono servire per il futuro, attraverso laboratori strutturati per acquisire sia la conoscenza della lingua italiana e del linguaggio specifico nel mondo del lavoro, sia il sapere tecnico e pratico nel campo dell’agricoltura. Il progetto è iniziato nel 2018 e si è appena concluso.
“Mi è piaciuto tanto perché ho imparato tante cose che non conoscevo” racconta Josephine. “Ho potuto studiare e imparare meglio l’italiano insieme a tutti i miei compagni, a conoscere e coltivare gli ortaggi che si mangiano in Italia, che prima non conoscevo e che ora mangio anche io.”. Il suo sogno è lavorare in ospedale e curare le persone.
“Adesso sto terminando il percorso di formazione come ausiliario socio-assistenziale, proprio in questi giorni comincerò il mio tirocinio pratico, e dopo vorrei studiare ancora per avere la qualifica di operatore socio sanitario oppure, se possibile, arrivare a studiare all’Università per diventare infermiera. Sono molto felice di aver partecipato al progetto ‘Coltiviamo l’integrazione’ e sono grata di aver incontrato persone che, non solo ci hanno insegnato tante cose, ma che sono state gentili e hanno avuto cura di noi!”.
A Milano sono stati realizzati due laboratori da Fondazione ISMU in collaborazione con Rob de Matt, Arca CAS Agordat, NAGA, Diaconia Valdese, Fratelli San Francesco, SPRAR Associazione La Grangia di Monluè, Cooperativa Lotta contro l’emarginazione e APS Mitades:
uno di cucina e uno di agricoltura urbana. I destinatari hanno imparato a costruire e creare un orto urbano, coltivare ortaggi e poi cucinarli e presentarli in un piatto. La sperimentazione milanese ha avuto come obiettivo la realizzazione di un percorso formativo teorico e pratico per garantire ai partecipanti le conoscenze di base dell’agronomia e della cucina, con l’obiettivo di seguire il processo produttivo dalla semina fino al piatto.
Le esperienze dei destinatari di “Coltiviamo l’integrazione”, le loro storie, le attività che hanno svolto durante il laboratorio sono raccontati in un documentario web e nella mostra fotografica on line “Inside” (https://inside.coltiviamolintegrazione.it, realizzata da Sheldon.studio), con gli scatti di Stefano Schirato.
In allegato le foto di Josephine e del laboratorio di Milano (autore: Stefano Schirato) .