25 Dicembre 2024 07:56
Il 20% dei dipendenti della ristorazione non è vaccinato. E’ la stima di Tni Italia, che lancia l’allarme su una nuova tegola che si sta per abbattere sul comparto.
Il portavoce del sindacato Horeca, Raffaele Madeo: “Rischiamo di perdere un dipendente su cinque. Come potranno le aziende del settore a continuare a dare un servizio che viene erogato nell’immediato? Voucher e tamponi salivari gratuiti subito”
Firenze, 9 settembre 2021 – Nel settore della ristorazione due dipendenti su dieci non sono vaccinati e, in vista dell’introduzione del green pass per i lavoratori privati, Tni Italia lancia l’allarme sulla nuova tegola che si sta per abbattere sulle imprese del mondo Horeca.
“Siamo uno dei settori più penalizzati dell’era Covid. Molti dei nostri dipendenti ancora non si sono vaccinati. Rischiamo di perdere il 20% del personale in una fase caratterizzata dalla difficoltà di reperimento delle risorse umane a causa, in primis, del reddito di cittadinanza. Come potranno le aziende del settore continuare a dare un servizio? Non c’è la possibilità dello smart working, non possiamo rimandare una ‘pratica’ al giorno dopo o chiudere anche solo per un giorno, come avviene nel settore pubblico: i clienti arrivano e noi li serviamo senza attese. Non possiamo rimandare un pasto al giorno dopo”, afferma Raffaele Madeo, portavoce del sindacato del mondo Horeca. “Chiediamo perciò al governo di consentire una forma agevole per assunzioni temporanee, come i voucher, in attesa che possa essere trovata una soluzione per i dipendenti della ristorazione che non vogliono o non possono vaccinarsi”.
“Va bene incentivare i vaccini – prosegue Madeo – ma il settore è in sofferenza. Si avvicina la stagione autunnale dove non sarà possibile il servizio all’aperto. I clienti diminuiranno e se le imprese non saranno in grado di garantire il servizio nei pochi giorni di lavoro, per alcune di loro sarà il tracollo. La reintroduzione dei voucher lavoro per il settore, con una regolamentazione che consenta un uso corretto dello strumento, potrebbe invece arginare il problema in attesa del completamento della campagna vaccinale”. “Abbiamo riaperto – conclude Madeo – ma il governo deve consentirci di non chiudere più, non per decreto ma lasciandoci fare il nostro lavoro”.