22 Novembre 2024 14:32
Si moltiplicano in queste ore i ricordi di Benito Mazzi, scrittore vigezzino morto ieri, 24 aprile, all’età di 83 anni.
Bruno Gambarotta, scrittore, direttore artistico del festival Sentieri e Pensieri, ma soprattutto amico di Benito Mazzi, lo ricorda con parole commosse, che vi riportiamo di seguito:
La scomparsa di Benito Mazzi non è stata purtroppo imprevista ma non perciò meno dolorosa. Io perdo un amico, la Val Vigezzo il suo cantore, anche se lui si è sempre sottratto ai miei tentativi di assegnargli questo ruolo.
In un tempo in cui tutti si proclamano scrittori, Benito Mazzi voleva indossare le vesti di semplice cronista. Portava come prova il fatto che i suoi racconti non erano frutto dell’invenzione.
Ma scrittore lo è stato, collocandosi senza riserve nel solco della plurisecolare tradizione della grande novellistica italiana.
La Val Vigezzo piange. Ha usato l’arida cronaca, questo materiale inerte, nel disegnare il ritratto di personaggi indimenticabili.
Di volta in volta, in oltre 50 anni di attività, con più di cento pubblicazioni, ha risposto alle più varie sollecitazioni del momento, con la modestia di uno che non pretendeva di avere in mente un disegno preciso, un progetto globale.
La sua voce non è stata mai quella distaccata e fredda dello scienziato sociale che registra gli eventi e il loro contesto e per spiegare le leggi che li governano cerca di non farsi contaminare dall’emozione.
Ha dipinto quadri di vita della Val Vigezzo che ricordano quelli di Pieter Bruegel il Vecchio, penetrando nella sostanza del parlato, con una naturalezza contraria ad ogni facilità narrativa.
La Val Vigezzo piange. L’intonazione particolare della voce di Benito Mazzi ha orchestrato i vari registri del linguaggio e ogni volta ha soffiato per rianimare la brace ardente di ciò che chiamiamo vita.
Non è mai stato equidistante. Ecco quindi l’invenzione di una lingua plastica che si modellava perfettamente al modo di esprimersi dei protagonisti, dei comprimari e del narratore.
Abbiamo perso un amico, un uomo per bene, animato da passioni civili, innamorato della sua piccola patria, senza mai nascondersi le asprezze e le contraddizioni della sua gente.
In ogni occasione di incontro, nei giorni del festival “Sentieri&Pensieri”, lo esortavo a progettare il grande “Romanzo della Val Vigezzo”
Un arazzo dipinto tassello dopo tassello, frutto del lavoro di una vita, di una tale ricchezza e varietà quale poche altre località possono esibire.
E ogni volta Benito si sottraeva, spiegando di non essere in grado di farlo. Qualcun altro, forse..
Penso che, per ricordarlo e celebrarlo degnamente, dobbiamo essere noi a prendere questo impegno, per collocare Benito Mazzi al posto che merita nel panorama della letteratura italiana del ‘900.
Bruno Gambarotta
——-
La Val Vigezzo piange. Bruno Gambarotta, scrittore, giornalista e conduttore televisivo italiano.
È anche autore e regista di programmi per la radio e la televisione e, oltre alla scrittura, fra i suoi maggiori interessi figura la gastronomia, materia della quale si è occupato anche per i suoi scritti.
Il ricordo dell’amico è importante come segno d’affetto innanzitutto ma anche per ricordarne i meriti:
Benito Mazzi (Re, 6 luglio1938[1] – Santa Maria Maggiore, 24 aprile2022) è stato uno scrittore e giornalista italiano. (wikipedia).
Il ricordo e l’input ad annoverare il suo amico Mazzi tra i “grandi scrittori” deriva dalla grande diffusione e popolarità di Mazzi.
I suoi libri sono stati pubblicati Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Romania, Grecia, Malta e negli Stati Uniti.
Ha pubblicato con Rizzoli, Fabbri Editori, Priuli & Verlucca, Interlinea edizioni, Casagrande, Ediciclo, Luciano Conti, Quinta Generazione, Eos, Grossi, Alberti.
Uno dei tanti riconoscimenti:
Mazzi, finalista con Giorgio Bocca, Umberto Eco ed Edmondo Berselli al Premio Biella Letteratura, presieduto da Raffaele Crovi
E inoltre al Premio Itas del libro di montagna presieduto da Mario Rigoni Stern. Nel 1998, col romanzo Nel sole zingaro (Interlinea edizioni); è entrato nella Selezione Premio Strega.
Molto presente nel suo territorio e per il suo territorio:
fino al dicembre 2003, direttore responsabile del settimanale Eco dell’Ossola – Risveglio ossolano.
Da annoverare pure il Premio Piemonte Vip per la cultura e numerose antologie letterarie fra le quali I luoghi delle parole, Geografia Letteraria del Piemonte.
Il Novarese. Pianura, laghi, monti, a cura di Roberto Cicala e Giovanni Tesio, con un saggio introduttivo di Giorgio Bàrberi Squarotti
Gestiva a Santa Maria Maggiore, in provincia di Verbania, la libreria – editrice Il Rosso e il Blu.
Nel 2007 Mazzi si è aggiudicato il Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti riservato alla letteratura di montagna, con il libro Sotto la neve fuori dal mondo: C’era una volta la scuola di montagna.
Per Mazzi è un’affermazione di prestigio dato che nelle edizioni passate il premio era andato a personaggi del livello di Konrad Lorenz, Luis Sepúlveda, Tiziano Terzani, Reinhold Messner, Cesare Maestri e Giuseppe Cederna.
Dal 2014 è presente nelle installazioni fisse del Museo UniversiCà sito a Druogno in Val Vigezzo. Lo scrittore, mediante dei filmati, accompagna i visitatori raccontando fatti e aneddoti sulla Valle. (wikipedia)