16 Novembre 2024 08:30
Santiago del Cile – Non molto lontano da quella che una volta si chiamava Plaza Italia e che il movimento di protesta sociale del 2019, l’Estadillo, ha ribattezzato “Plaza De La Dignidad” si trova il Giardino della Resistenza.
A Santiago del Cile sorge dove un tempo c’era una stazione metro, chiusa e occupata per realizzarvi questa particolare struttura all’aperto, conservata con cura dai giovani del “Movimiento”.
È un giardino della Memoria e della Resistenza, vero e proprio “ombelico” del cosiddetto mondo nuovo che il “movimento viola” fa sorgere in tutti i continenti. Con particolare successo in Occidente da oltre 10 anni.
E ancor di più in quella particolare periferia dell’Occidente che si chiama America Latina.
Ma in Cile troviamo un movimento giovanile particolarmente avanguardistico.
Si piantano arbusti con i nomi dei giovani (ricercatori; studenti; lavoratori) morti nelle proteste studentesche. E qui sorge la statua al simbolo della protesta, a “el Perro Mata Pacos” (il cane ammazza-sbirri).
Si trattò di un cane nero, che teneva al collo un fazzoletto rosso, che morì difendendo i giovani, ucciso anch’esso dai carabineros, che si dimostrarono feroci. Causando vittime, stuprando le manifestanti, facendo perdere occhi ai giovani coi proiettili di gomma.
Poco distante dal giardino sorge la statua Santiago del Cile di Manuel Rodriguez Erdoìza, figura leggendaria di guerrigliero del Cile e il movimento transgender aveva affisso sul basamento del monumento le immagini dei trans desaparecidios, i carabineros le hanno poi tolte, ma sul muro di fronte il murale a “el Perro Mata Pacos” è rimasto.
Adesso il “Movimento” del Cile sta divenendo sistema, dopo che la generazione dei trentenni ha preso il potere: sono emerse le figure del Presidente Boric e della “Vocera” e Ministra Camila Vallejo, comunista, già protagonista assoluta del 2011. Fu 1968 di una nuova Generazione – e più che altro Camila la figura mondiale più famosa di quell’anno.
Ma, fenomeno ancora più importante, si sta scrivendo una nuova Costituzione tentando di abbandonare, quella di Pinochet.
Per il Progetto abbiamo visitato anche quella, sono stati gli stessi protagonisti del Movimento a farci entrare. Un luogo dove l’abito in giacca e cravatta non è obbligatorio e si ragiona di idee innovative.
Una rivincita, per questi Martiri. Vedremo come andrà a finire.
Lorenzo Proia