21 Novembre 2024 21:06
Spunta il nome del rapitore di Emanuela Orlandi, ma continua l’omertà del Vaticano, vogliono portarsi il segreto nella tomba come fece Wojtyla ?
Roma 06 luglio 2022, lo aveva confermato alla Squadra Mobile nel 2008, il padre del rapitore, Salvatore Sarnataro, con diversi precedenti penali a carico, suo figlio Marco Sarnataro, morto nel 2004 a 46 anni, aveva rapito e sequestrato, Emanuela Orlandi, per conto di Enrico De Pedis, capo della banda della Magliana.
Per il rapimento Marco Sarnataro avrebbe ricevuto come compenso, dal boss della Magliana, una Suzuki 1100.
Emanuela Orlandi fu pedinata per giorni dal malvivente, fino al giorno del rapimento, il 22 Giugno del 1983.
Salvatore Sarnataro, era il braccio destro di Enrico De Pedis, non è un caso che l’ex boss della Magliana, scelse proprio il figlio del suo uomo di fiducia, per compiere il rapimento.
A visionare il verbale che risale all’anno 2008 è stata la testata “La Repubblica”.
I giorni successivi al rapimento di Emanuela Orlandi, Marco Sarnataro sparì nel nulla.
Per cui la rivelazione sull’autore del rapimento risale al 2008, una dichiarazione messa a verbale e rilasciata a suo tempo, da Salvatore Sarnataro il padre del rapitore.
La confessione del 2008
“Dopo aver lungamente riflettuto ho deciso di riferire alle signorie vostre, quanto appreso da mio figlio Marco alcuni anni fa, in relazione alla vicenda di Emanuela Orlandi”.
“Poco tempo dopo il sequestro, ricordo che eravamo a Regina Coeli, sia io che mio figlio, (accusati per spaccio e detenzione di armi)”
“Quest’ultimo durante l’ora d’aria mi confessò di aver partecipato al sequestro dell’Orlandi nei termini seguenti : mi disse che per diversi giorni, sia lui che ‘Ciletto’ (Angelo Cassani, ndr) e ‘Giggetto’ (Gianfranco Cerboni, ndr), pedinarono Orlandi per le vie di Roma, su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente” (il boss della Banda della Magliana, ndr)”.
Marco Sarnataro, deceduto nel 2007, era stato ascoltato come testimone dalla Mobile.
Due amici di Emanuela, avevano riferito che uno sconosciuto li aveva seguiti per giorni, soggetto che poi sparì dopo il rapimento di Emanuela.
Gli stessi ragazzi, lo avrebbero pure identificato e riconosciuto, tramite alcune fotografie, “E’ lui senza dubbio, ci seguiva in modo ossessivo“, questo era quanto riferito all’epoca.
Grazie alle indagini si riuscì a risalire a Marco Sarnataro all’epoca 21enne.
Continua l’omertà indegna del Vaticano, tutti tacciono con fece Wojtyla.
Ecco l’appello del fratello di Emanuele, Pietro Orlandi :
“Il mio appello a fare giustizia e a darci verità, mi rivolgo non a Francesco, Papa che so essere chiuso nei confronti della vicenda di Emanuela, ma a Ratzinger, che ancora indossa la veste bianca, è ancora Papa Benedetto ed era vicinissimo a Giovanni Paolo II”.“Ora che a 93 anni si avvicina al Padre, se sa qualcosa, abbia un rigurgito di coscienza e lo dica, non si porti segreti nella tomba come Wojtyla”.Il Papa deve consegnare la verità alla Giustizia, e si vergogni se possiede una coscienza, visto che non lo ha ancora fatto, né lui né i suoi predecessori, non può essere una peculiarità del ruolo questa omertà indegna, e non può rappresentare Cristo.