21 Novembre 2024 20:37
Discarica autorizzata a Odolo: indagini anche per inquinamento ambientale aggravato
Discarica autorizzato eppure sequestrata per gestione illecita del percolato
Ordinanza del Tribunale di Brescia :
” viene disposto il sequestro di un’intera discarica autorizzata situata nel Comune di Odolo (BS)”
La discarica ha una “una superficie di oltre 15 ettari, nonché dell’impianto di raccolta e trattamento del percolato posto a servizio della stessa.”
Discarica. La storia della discarica parte dal 1988, e serviva alla cittadina
i due milioni di tonnellate di rifiuti con i quali è stata completamente colmata la valle ove scorreva il torrente denominato Rio Vergomasco
Del torrente rimane ormai solamente un breve tratto della lunghezza di circa 300 metri.
indagini svolte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vobarno
E indagini svolte dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Vobarno, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Donato Greco.
Cosa è stato trovato
inquinamento delle acque e dei sedimenti del Rio Vergomasco, in cui è stata rilevata la presenza di metalli pesanti quali Piombo, Zinco e Cadmio
Livelli trovati in misura superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione fissate dalla legge.
Cosa riportano gli inquirenti
L’impianto di trattamento del percolato – che la predetta società avrebbe dovuto dimensionare in modo da garantire la depurazione delle acque di dilavamento dell’intero sito di smaltimento, compresa dunque la porzione realizzata prima del suo subentro – non ha infatti capacità sufficiente a raccogliere tutti i reflui prodotti dalla discarica, una parte dei quali viene dunque abusivamente riversata nel torrente tramite due tubazioni di scarico non autorizzate.
Per tali ragioni l’amministratore unico della società suddetta, nei confronti della quale sono già state avviate le procedure amministrative finalizzate alla bonifica ed al ripristino ambientale, risulta indagato per i reati di inquinamento ambientale aggravato e scarico non autorizzato di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose, per i quali – se l’ipotesi accusatoria verrà confermata – rischia la pena della reclusione da due a sei anni nonché della multa fino a 100.000 euro.