Palizzi, Umberto Felice Nocera, il sindaco, è raggiante nel dare la comunicazione su Facebook

Palizzi. FINANZIATI 50.000 EURO PER ILLUMINARE IL BORGO ANTICO DI PALIZZI. L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE PUNTA SULLA TECNOLOGIA LED.

Destinati al borgo antico di Palizzi €. 50.000,00!

Grazie a questo prezioso contributo, a partire dal 15 ottobre, verranno avviati i lavori di miglioramento dell’impianto di illuminazione pubblica presso il borgo antico di Palizzi.

L’intervento consentirà di dotare di lampade a LED gli impianti già esistenti.

Ciò migliorerà la visibilità notturna, ci permetterà di risparmiare sulla bolletta elettrica dell’Ente (che, di conseguenza, rappresenterà un risparmio nel bilancio comunale) e di illuminare tutte le aree attualmente non illuminate.

Avanti tutta!

Il suo mandato prosegue nel migliore dei modi, con grande attivismo e cura del territorio.

Palizzi ha una storia importante alle spalle, grazie al lavoro dell’archeologo onorario S. Stranges.
Feudo dei Ruffo nel XV secolo, e poi dei Colonna nel 1580, per poi passare agli Arduino (titolo di principe) nel 1662 e poi coi baroni De Blasio (1784-1806).
In tempi recenti ci furono parecchi lavori di ripristino: negli anni ’60 il rifacimento della parrocchiale e con la statua di Sant’Anna.

Da annotare a impreziosire il territorio, il castello medioevale del seicento, oggetto di restauro.

La natura tipica offre motivi di soddisfazione e bellezza, come i suoi paesaggi che permettono la vista del mare dall’alto.

Dice a tal proposito il geografo greco Strabone (I secolo a.C.):

«Il fiume Alece, che divide il territorio di Rhegion dalla Locride passando attraverso una profonda valle, ha questa particolarità riguardo alle cicale:

quelle sulla riva locrese cantano, mentre quelle sull’altra riva non hanno voce. Si congettura che ciò ne sia la causa: le seconde si troverebbero in un luogo ombroso, cosicché le loro membrane sarebbero sempre umide e non si distenderebbero mai;

le prime, invece, stando in un luogo soleggiato, avrebbero le membrane asciutte e simili al corno, così da essere ben adatte ad emettere il suono.»

(Strabone, Geografia, VI, I, 8)

 

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