23 Novembre 2024 01:33
Pakistani e parenti, covavano da tempo rancori che alla prima occasione, la celebrazione di una festività, sono esplosi
I parenti abitano in due città differenti: un gruppo di Cerro Maggiore e un altro di Busto Garolfo
Tutti o quasi, finiti all’ospedale: i 22 sono stati tutti dimessi con prognosi fino a sette giorni.
Un 35enne invece con prognosi di 40 giorni per la frattura alla clavicola, è stato curato all’ospedale di Busto Arsizio.
Pakistani, la lite, cosa è successo?
Calci, pugni e anche un coltellino svizzero, un bastone, un martello e una chiave a croce svita-bulloni, le “armi” improvvisate per la lite.
L’episodio è avvenuto domenica 30 ottobre, attorno alle 13, a Cerro Maggiore, in via Carso.
Sul posto sono intervenute per i soccorsi, ben quattro ambulanze.
Come è finita?
La storia è finita con una denuncia per rissa a carico di tutti e 22, tra i 17 e i 46 anni.
Cosa dice la legge
Che cosa comporta una denuncia per aggressione, in questi casi?
Dipende dalla gravità delle lesioni procurate e dai mezzi utilizzati per l’aggressione stessa.
Mettere le mani addosso a qualcuno e procurargli una lesione personale comporta la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Quando si può parlare di rissa?
La rissa sussiste anche nel caso in cui si realizzi tra pochi soggetti, senza arrecare concreto pericolo (o danno) alla collettività.
L’elemento oggettivo, necessario e sufficiente ad integrare il delitto in questione è la presenza (nella lite violenta) di gruppi contrapposti, animati dalla reciproca volontà di attentare l’altrui incolumità personale.
Come nel caso di Cerro.