23 Novembre 2024 10:35
Giustizia per Valeria Fioravanti, 27 anni, impiegata agli Aeroporti di Roma, mamma di una bambina di 16 mesi.
Il giorno di Natale scopre di avere una cisti sotto l’ascella destra, forse causata da un pelo.
L’ascesso le viene rimosso al pronto soccorso del Campus Bio-Medico dove le hanno praticato un’incisione e le hanno messo dei punti di sutura.
Due giorni dopo Valeria lamenta dei dolori fortissimi e va al Policlinico Casilino, dove viene medicata e dimessa. Valeria però continua a stare male, malissimo.
Mal di testa e alla spalla, dolori da contorcersi. Tornata a quello stesso Pronto Soccorso il 30 dicembre, il personale sanitario minaccia di chiamare i carabinieri se continua a presentarsi in quella struttura.
Passano giorni che dovrebbero essere di festa, ma per Valeria e la sua famiglia sono un autentico calvario.
Il 4 gennaio all’ospedale San Giovanni le viene praticata una TAC che evidenzia una protrusione discale e le vengono di nuovo prescritti degli antinfiammatori.
Viene rimandata a casa ma il giorno dopo Valeria non parla più, se non per pronunciare delle frasi sconnesse. Finalmente al San Giovanni una dottoressa, dopo aver inviato delle analisi in laboratorio, arriva alla diagnosi: è meningite.
Ma ormai è troppo tardi. Valeria muore così, nel reparto di terapia intensiva del Gemelli.
Nello scrivere di questa drammatica vicenda, mi rendo conto che ho nominato ben quattro ospedali di Roma.
Da romana quale sono, al dolore per la scomparsa di questa giovane donna e madre sento di dover aggiungere la mia indignazione di cittadina dell’Urbe. La vicenda non può e non deve chiudersi qui; la famiglia di Valeria sta cercando dei possibili testimoni di quanto accaduto al Pronto Soccorso del Policlinico Casilino il 30 dicembre, perché non c’è nessuna cartella clinica di quella visita.
Chi ha delle informazioni utili può scrivere a [email protected] oppure utilizzare l’apposito form sulla pagina valeriafioravanti.it #GiustiziaPerValeria