Yemen

La milizia Houthi continua a impedire visite e contatti con l’attivista per i diritti umani Fatima Al-Arouli. Si trova nelle carceri della milizia a Sana’a da più di sei mesi in Yemen.

La milizia Houthi ha arrestato l’attivista, Al-Arouli, lo scorso agosto ad Al-Hawban point, a est della città di Taiz, in Yemen. Ciò è avvenuto mentre era in viaggio verso la città di Aden. Da allora non può ricevere visite. La sua colpa è di aver denunciato il reclutamento di bambini e le violenza contro le donne nelle zone controllate dalle milizie.

L’avvocato Abd al-Majid Sabra ne ha dato notizia sul suo account Facebook:

“A Fatima al-Arouli è ancora proibito avere contatti e visite”.

Il suo caso è stato rinviato a metà di questo mese. L’accusa penale rientra nei casi di terrorismo e sicurezza dello stato. Che è l’accusa usata dalla milizia per emettere condanne contro attivisti e politici.

La leader femminista, Fatima Al-Arouli, è un’attivista per i diritti umani e presidente dell’Organizzazione Habitat per lo Sviluppo dei Diritti Umani. Lo scorso maggio, è stata scelta come capo dell’Ufficio dell’Unione delle donne leader arabe nello Yemen. A questo si aggiunge la sua appartenenza all’Unione della Lega degli Stati arabi.

A metà giugno è stata insignita dello Scudo d’oro dell’eccellenza per il suo ruolo nei diritti umani e nel lavoro femminista.

Infatti, le organizzazioni per diritti umani locali e le voci della società civile si sono levate per condannarne il rapimento da parte del gruppo filo iraniano.

Infine, il ministro dell’Informazione yemenita, Muammar Al-Eryani, ha invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite, gli inviati delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti e le organizzazioni per i diritti umani e la protezione delle donne, a condannare questo crimine.

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