25 Novembre 2024 00:07
Ci sono realtà culturali in Italia che sorprendono e fanno ben sperare per l’evoluzione antropologica del nostro Bel Paese. E’ il caso del Museo Civico d’Arte e Territorio “Gianni Bellini” di Sarnico (provincia di Bergamo), che propone fino al 15 ottobre 2023 la Mostra “DA MONET A WARHOL. Capolavori della Johannesburg Art Gallery”.
La Mostra con 60 opere alla Pinacoteca sul lago d’Iseo
La pinacoteca affacciata sulle sponde del lago d’Iseo a fronte di un continuo e crescente interesse di pubblico, ha addirittura prorogato la chiusura inizialmente prevista per settembre.
La rassegna, che presenta 60 opere, tra olii, acquerelli e grafiche, provenienti dalla prestigiosa pinacoteca sudafricana, aperta al pubblico nel 1910, è curata da Simona Bartolena e da Massimo Rossi, conservatore del museo. Prodotta e organizzata da ViDi Cultural, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Il Ponte” di Sarnico, con il patrocinio del Comune di Sarnico. L’evento ricorda Nelson Mandela (1918-2013), in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.
La mostra ripercorre ben oltre un secolo di storia dell’arte internazionale, dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento. Attraversa movimenti iconici come tardo Romanticismo, Impressionismo, Cubismo, Pop Art e altri ancora. A rappresentarli i loro maggiori interpreti, da Gustave Courbet a Corot, da Monet a Degas, da Dante Gabriel Rossetti a Millais, da Picasso a Francis Bacon, da Lichtenstein a Warhol, e poi ancora Alfred Sisley, Matisse, Modigliani, Van Gogh, Rodin, Signac.
Proprio il dipinto ‘Barche a Locmalo’ di Paul Signac è stato scelto come copertina della mostra per la sua affinità con il suggestivo panorama lacustre di Sarnico.
Un’immersione nell’Arte tra XIX e XX secolo
Il racconto prende idealmente avvio dall’Ottocento inglese e da due opere di William Turner. Prosegue con il dipinto di Alma-Tadema, La morte del primogenito, raffinata e malinconica scena ambientata in un oscuro e immaginifico Egitto. E ancora con i lavori di due dei maggiori esponenti dei Preraffaelliti, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti di cui viene esposto un capolavoro, Regina cordium, la regina di cuori, ovvero Elizabeth Siddal, con la quale il pittore visse un’intensa quanto sfortunata storia d’amore, conclusa con il probabile suicidio della donna.
La mostra continua con un’ampia sezione dedicata agli esiti della pittura di fine Ottocento e si apre con quei pittori che scelsero un nuovo approccio al vero in pittura, quali Jean-Baptiste Camille Corot, qui con un piccolo Paesaggio, Gustave Courbet con lo scorcio della scogliera normanna di Étretat e Jean-François Millet. La generazione impressionista, introdotta da autori quali Eugéne Boudin e Johan Barthold Jongkind, viene rappresentata da Edgar Degas (Due ballerine), Claude Monet (Primavera) e Alfred Sisley.
I maggiori artisti dell’arte moderna
Il percorso prosegue con alcuni protagonisti della scena post-impressionista: Paul Cézanne (I Bagnanti), Vincent Van Gogh (Ritratto di un uomo anziano), Pierre Bonnard, Edouard Vuillard.
Varcando la soglia del Novecento, s’incontrano le opere di due dei maestri più celebrati del secolo: Henri Matisse e Pablo Picasso che aprono alle nuove istanze dell’arte contemporanea, con Ossip Zadkine e altri. Non mancano esponenti della seconda metà del secolo: i britannici Francis Bacon e Henry Moore, e i due protagonisti della pop art americana Robert Lichtenstein e Andy Warhol, di cui si presenta il trittico dedicato a Joseph Beuys.
Chiude idealmente la mostra, la sezione che indaga l’arte sviluppata in Sudafrica nel Novecento. In particolare si possono ammirare le opere di Maggie Laubser, una delle esponenti dell’espressionismo sudafricano e i lavori di Maude Sumner, Selby Mvusi e George Pemba, pittori dai forti interessi per il sociale che raccontano le tradizioni del paese, ma anche la vita urbana e la realtà dell’Apartheid.
La Johannesburg Art Gallery
L’esposizione consente al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino – come testimoniato dal ritratto, qui esposto, di Antonio Mancini -, a sua volta collezionista. Era convinta che la sua città dovesse avere un museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell’impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.
Informazioni
Aperture: Giovedì/Venerdì h 16-19. Sabato/Domenica h 10-19.
Indirizzo: Via San Paolo, 8, Sarnico (Bg)
https://www.beniculturali.it/luogo/museo-civico-d-arte-del-territorio-gianni-bellini
Paolo Franzato