21 Novembre 2024 13:13
Spiati anche i giornalisti, l’ultima “perla” e non ci mancava certo, noi che vantiamo di stare a Occidente.
L’Italia non è certo al primo posto come libertà di stampa:
«La libertà di stampa in Italia – si legge nella scheda Paese del World press Freedom index 2023 – continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata
in particolare nel Meridione, oltre che da vari gruppi estremisti violenti.
Attacchi che sono notevolmente aumentati durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell’informazione, soprattutto durante le manifestazioni».
E gli altri paesi, sempre riprendendo FNSI:
“Una ventina, infine, i giornalisti sotto protezione delle forze dell’ordine 24 ore su 24 dopo essere stati oggetto di intimidazioni e aggressioni.
A primeggiare in classifica è stabile la Norvegia. Seguono Irlanda, Danimarca, Svezia e Finlandia.
La Grecia è il Paese dell’Unione europea che fa registrare la performance peggiore:
si trova al 107° posto su 180, preceduta – per quanto riguarda gli Stati membri dell’Ue – da Malta (84° posto) e Ungheria (72° posto)”.
Chi sta male e chi sta peggio, si potrebbe commentare, ma non c’è nulla da ridire, sappiamo quanto sia importante la libertà di stampa in Occidente dove regna la corruzione.
E anche in tanti altri paesi in cui l’estremismo è il pane quotidiano, e basta un velo messo male per essere picchiati o ammazzati.
L’appello raccolto dalla FNSI arriva da Christophe Deloire, direttore generale di Reporters senza frontiere:
“comportamenti e pratiche di responsabili politici in almeno due terzi dei 180 Paesi esaminati che contribuiscono a ondate di disinformazione.
Insomma, c’è una situazione in cui, a seconda degli sviluppi politici, dei cambiamenti di governo
in un colpo solo, possono essere riversate ondate di disinformazione e discorsi di odio e questo influenza molto la nostra classifica”.
Come si è arrivati a tanto? Dopo l’ennesimo scandalo che in Francia ha destato clamore, spingendo a misure drastiche in casi estremi.
Chi volesse approfondire può leggersi tutti i dati su RSF.
La legge europea per la libertà dei media, adottata martedì con 448 voti favorevoli, 102 contrari e 75 astensioni, cosa prevede?
Si prevede l’obbligo per i Paesi UE di garantire la pluralità dei media e di proteggerne l’indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private.
E Una piattaforma dovrebbe anzitutto analizzare le dichiarazioni, per distinguere i media indipendenti dalle fonti non indipendenti.
Alcune voci si sono levate in alto:
la relatrice Sabine Verheyen (PPE, DE), ha dichiarato: “Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte al preoccupante stato della libertà di stampa nel mondo, una tendenza che riguarda anche l’Europa (…)” “Non sono un’attività commerciale qualsiasi.
Oltre alla dimensione economica, i media contribuiscono all’istruzione, allo sviluppo culturale e all’inclusione nella società. Proteggono i diritti fondamentali come la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni”.
La Federazione europea dei giornalisti: : “Siamo però rammaricati per la mancanza dello stop completo allo spionaggio” dei giornalisti.
Non per niente è arrivata la decisa presa di posizione dell’europeanjournalists.org:
Il Parlamento Comitato per le libertà civili ( LIBE ) ha già votato la sua posizione sull’EMFA.
Sebbene includessero, a loro avviso, forti garanzie, la loro versione della legge consentirebbe comunque l’uso di spyware contro i giornalisti in determinate circostanze.
Non ci resta che incrociare le dita o meglio ancora chiedere ai nostri parlamentari di esprimersi verso la tutela della categoria.