22 Novembre 2024 09:47
Tra il ‘500 e il ‘600 Napoli era la capitale di un viceregno spagnolo importante nello scacchiere italiano, nonché meta religiosa per i pellegrini in piena Controriforma cattolica nell’omonimo Complesso.
Si trattava della seconda città al mondo – di fatto – nell’impero ispano-portoghese dell’epoca, la compagine coloniale su cui “non tramontava mai il sole”.
Verso la fine del XVI secolo il sarto Bernardo Giovino fondò nel cuore di Napoli l’Arciconfraternita deputata ad accogliere i pellegrini in viaggio, una realtà molto simile a quella fondata a Roma dal celebre San Filippo Neri.
Stava nascendo Il Complesso Monumentale dell’Arciconfraternita dei Pellegrini. Un autentico gioiello architettonico a due passi dalla stazione di Montesanto a Napoli, nel cuore della Pignasecca.
Celato per buona parte dall’omonimo ospedale, il Complesso Museale è ignoto persino agli abitanti di questa città.
Essi sono di fatto i nuovi pellegrini alla scoperta di un passato che ha molto da dire al nostro presente, per immaginare e disegnare il futuro.
“Recuperare attraverso il passato quello che può essere il nostro futuro”. E verrebbe da aggiungere “anche il nostro presente” alla frase coniata dalla guida turistica Nartea, nonché Storico dell’Arte e Dottore di ricerca universitario Matteo Borriello.
ll Dottor Borriello ci racconta della Chiesa di Santa Maria Materdomini, che ospita il monumento funebre del suo fondatore: il cavaliere gerosolimitano Fabrizio Pignatelli.
E di quella della Santissima Trinità dei Pellegrini, tempio dalla singolare pianta ottagonale e con gli affreschi monocromi della cupola.
All’edificio eccelsiastico si giunge passando attarverso il suggestivo coro dagli imponenti stalli in legno (sempre in pianta ottagonale), sotto il quale è possibile visitare la terra santa (anch’essa ottagonale, a richiamare il numero otto, giorno dell’Apocalisse).
Fabrizio Pignatelli, esponente di spicco di una delle famiglie aristocratiche più famose di Napoli, volle edificare nella zona della Pignasecca una chiesa dedicata a Santa Maria Materdomini e una Casa Ospitale, ma a causa della sua morte si riuscì a costruire solo la chiesa.
L’Arciconfraternita ricevette però in dono, successivamente, rendite e terreni ed è proprio grazie all’intreccio di queste vicende, donazioni e interessi comuni che oggi possiamo ammirare il resto del Complesso dei Pellegrini.
La già citata Chiesa di Santa Maria Materdomini custodisce la Madonna con Bambino di Francesco Laurana, originariamente collocata sul portale d’ingresso della facciata rinascimentale che dà su piazzetta Pignatelli.
La Basilica, a unica navata, fu danneggiata dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, e perciò sottoposta a restauro dopo i già rilevanti rimaneggiamenti del XIX secolo.