23 Novembre 2024 11:57
Il drammatico destino di Livio Babetto
Prima tamponato con inaudita violenza da un automobilista ubriaco e che non si neppure fermato a soccorrerlo. Poi, a distanza di pochi secondi, dopo essere uscito dall’abitacolo nuovamente travolto e ucciso da un’altra macchina.
Questa la tragica fine dell’incolpevole Livio Babetto, il quarantaquattrenne e compianto camionista di Noale (Venezia). L’uomo è rimasto vittima il 17 dicembre 2022, lungo la Regionale 515 Noalese a Quinto di Treviso, di questo sciagurato, contorto e “misterioso” incidente.
Chiuse le indagini sul “misterioso” incidente: i due imputati compariranno in aula il 12 marzo
A conclusione delle indagini preliminari del procedimento penale in questione, infatti, il Pm dott.ssa Barbara Sabatini, ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i conducenti degli altri due veicoli: E. R., è la ventiseienne di Badoere (Tv) alla guida della vettura che ha inferto il colpo fatale alla vittima, che dovrà rispondere di omicidio stradale, e G. B., il “pirata” trevigiano di 31 anni responsabile del primo tamponamento, accusato dei reati di fuga, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Treviso, dott.ssa Piera De Stefani, ha fissato per il 12 marzo 2024, dalle 9.40, l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti di Babetto, affidatisi a Studio3A, si attendono finalmente, dopo la verità, anche un po’ di giustizia.
Il primo incidente stradale
I terribili fatti del 17 dicembre 2022 sono stati chiariti dall’autopsia sulla salma della vittima affidata al medico legale dott. Alberto Furlanetto. E soprattutto dalla consulenza tecnica cinematica dell’ing. Riccardo Bonaventura. Alle operazioni peritali hanno partecipato e fornito il loro contributo, quali consulenti tecnici per le parti offese, anche, rispettivamente, il medico legale dott.ssa Alessandra Rossi e l’ing. Pierluigi Zamuner messi a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui si sono rivolti, per essere assistiti, attraverso il responsabile della sede di Treviso Diego Tiso, la compagna, i genitori e la sorella di Babetto, unitamente all’avv. Andrea Piccoli del foro di Treviso.
Quella sera Babetto sta andando a prendere il suo camion per iniziare una giornata di lavoro. Alle 3 e 7 minuti si ferma all’impianto di carburante e dopo due minuti riparte. Ma percorre appena 180 metri, quando viene inopinatamente tamponato dalla Nissan Qashqai di G. B, che lo segue nella stessa direzione di marcia e che sfreccia ad oltre 100 km/h.
Il secondo e purtroppo fatale impatto
In seguito al primo impatto la vettura della vittima esce di strada e dopo aver percorso dieci metri all’interno del fossato laterale, rientra in carreggiata nella corsia opposta, dunque contromano. Livio Babetto riesce però a scendere dall’auto, ma non avrà materialmente il tempo per fare nulla – come puntualizza il consulente tecnico.
Dopo neanche venti secondi, infatti, da Quinto di Treviso sopraggiunge E. R., che inspiegabilmente non si accorge se non all’ultimo dell’auto ferma davanti a sé. Non inizia neppure a frenare, colpendola frontalmente, facendola ruotare di novanta gradi e rispedendola nuovamente e definitivamente nel fosso. Livio Babetto viene a sua volta investito. Non si saprà mai con certezza da quale auto. Rovina a terra e subisce un’ulteriore serie di tremendi impatti che questa volta non gli lasciano scampo. Muore praticamente sul colpo.
La fuga del “pirata” della strada
Nel frattempo, il conducente del Qashqai, che ha proseguito la sua marcia tirando diritto in direzione Quinto, perde il controllo del veicolo e abbatte la segnaletica, e si dilegua. Raggiunge l’abitazione della madre, a Zero Branco, parcheggia l’auto in garage e sale in casa.
Attraverso testimonianze e filmati, tuttavia, gli agenti lo individuano a tempo di record e lo sottopongono all’alcoltest, rilevando un tasso alcolemico di 1,04 grammi per litro, contro il limite di 0,5.
Entrambi gli imputati andranno a processo
La ventiseienne di Morgano e G.B., ora, dovranno risponderne davanti alla giustizia. Il Pm, infatti, ha contestato i rispettivi reati per il decesso di Livio Babetto nella sua richiesta di rinvio a giudizio.
Anche i congiunti della vittima, e con loro Studio3A, si aspettano una condanna congrua in sede penale. Ma anche un’assunzione di responsabilità, per la rispettiva parte, delle compagnie di assicurazione delle due vetture, Generali e Linear, che sin qui si sono rimpallate le responsabilità. Tant’è che i familiari sono stati anche costretti ad intraprendere le procedure per avviare una causa civile.