25 Novembre 2024 07:57
Libertà di stampa in Italia: luci e ombre tra classifica e criticità, tra minacce e querele ai giornalisti.
Un quadro complesso, una situazione che spesso degenera con l’uso “disinvolto” di grandi imprenditori, politici e aziende importanti che non hanno problemi economici e si possono permettere cause lunghe e costose, a differenza dei piccoli giornali che scoperchiano a livello locale, le porcate e gli intrecci mafiosi/politici.
La libertà di stampa in Italia presenta un quadro complesso, con luci e ombre che si intrecciano. Da un lato, il nostro Paese ha registrato un leggero miglioramento nella classifica globale di Reporter Senza Frontiere, passando dal 58esimo posto del 2022 al 41esimo del 2023.
Dall’altro, persistono diverse criticità che destano preoccupazione tra gli addetti ai lavori e tra i difensori dei diritti umani.
Classifica e posizionamento
Nel 2023, l’Italia ha guadagnato 17 posizioni nella classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa nel mondo. Un passo avanti che, seppur modesto, rappresenta un segnale positivo.
Tuttavia, il nostro Paese si posiziona ancora dietro a diverse nazioni europee, come Norvegia (1), Finlandia (2), Danimarca (3), Islanda (4) e Paesi Bassi (5).
Le luci: il miglioramento della classifica
Il miglioramento della classifica di Reporter Senza Frontiere può essere attribuito a diversi fattori, tra cui:
- Un minor numero di aggressioni fisiche nei confronti dei giornalisti.
- Un calo delle minacce e delle intimidazioni online.
- Una maggiore attenzione da parte delle autorità alle questioni relative alla libertà di stampa.
Le ombre: le criticità del sistema italiano
Nonostante il leggero miglioramento in classifica, persistono diverse criticità che minacciano la libertà di stampa in Italia. Tra queste:
- Le querele temerarie: l’utilizzo strumentale di querele da parte di potenti per intimidire e silenziare i giornalisti rappresenta un problema serio.
- La precarietà del lavoro giornalistico: il precariato diffuso tra i giornalisti, soprattutto tra i giovani, li rende più vulnerabili a pressioni e condizionamenti.
- La concentrazione della proprietà dei media: la forte concentrazione della proprietà dei media nelle mani di pochi soggetti limita la pluralità di informazione e la libertà di espressione.
- La mancanza di trasparenza: la scarsa trasparenza nell’accesso alle informazioni e la difficoltà di ottenere dati pubblici ostacolano il lavoro giornalistico d’inchiesta.
- Le minacce online: l’aumento di minacce e insulti online nei confronti dei giornalisti, soprattutto sui social media, crea un clima di ostilità che può limitare l’autocensura.
Punti deboli delle leggi italiane
Le leggi italiane sulla libertà di stampa presentano diverse lacune e debolezze che necessitano di essere affrontate. Tra queste:
- La diffamazione: la legislazione sulla diffamazione è ancora troppo restrittiva e può essere utilizzata per intimidire i giornalisti.
- L’accesso alle informazioni: la legge sul diritto di accesso alle informazioni pubbliche è spesso disattesa e le procedure per ottenere i dati sono macchinose e lente.
- La tutela dei giornalisti: le misure di tutela dei giornalisti minacciati o aggrediti sono spesso insufficienti.
Necessità di riforme
Per rafforzare la libertà di stampa in Italia è necessario implementare diverse riforme, tra cui:
- Riformare la legislazione sulla diffamazione: depenalizzare la diffamazione e introdurre meccanismi di tutela adeguati per la reputazione.
- Rafforzare il diritto di accesso alle informazioni: semplificare le procedure per ottenere i dati pubblici e garantire una maggiore trasparenza.
- Migliorare la tutela dei giornalisti: prevedere misure di protezione più efficaci per i giornalisti minacciati o aggrediti.
- Contrastare le querele temerarie: introdurre sanzioni per chi utilizza le querele in modo strumentale.
- Promuovere il pluralismo dell’informazione: contrastare la concentrazione della proprietà dei media e sostenere i media indipendenti.
Un impegno per la libertà di stampa
La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia. È quindi necessario che tutti gli attori in gioco, dalle istituzioni ai cittadini, si impegnino per rafforzarla e tutelarla in Italia. Solo con un impegno concreto e condiviso sarà possibile garantire un’informazione libera, pluralista e indipendente.
un dossier del 2016 curato dall’associazione “Ossigeno per l’informazione”, basato su dati forniti dal ministero della Giustizia, stimò che circa il 70 per cento delle querele per diffamazione viene archiviato su proposta del pubblico ministero, e quindi non arriva nemmeno a processo ( tratto da Il Fatto Alimentare).
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