Yemen

Gli Houthi hanno ampliato la loro campagna per includere i dipendenti delle istituzioni pubbliche tra i rapiti in Yemen

Il ministro dei diritti umani dello Yemen, Ahmed Arman, ha chiesto che l’ONU chiuda i suoi uffici a Sana’a e trasferisca i suoi lavoratori nella città meridionale di Aden. Questo per salvaguardarli dalla crescente repressione degli Houthi.

Arman ha dichiarato ad “Arab News” che il numero del personale yemenita rapito dagli Houthi durante la loro continua repressione è salito a 70. I ribelli hanno ampliato la loro campagna per includere i dipendenti delle istituzioni pubbliche.

“Esortiamo le Nazioni Unite a chiudere i suoi uffici a Sana’a, a boicottare i colloqui con gli Houthi e a trasferire gli aiuti umanitari dalle regioni controllate dagli Houthi ai valichi e ai porti governativi legittimi”, ha affermato il ministro yemenita.

Dalla fine di maggio, gli Houthi hanno attaccato le case e gli uffici degli yemeniti che lavorano per l’ufficio dell’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, il Programma alimentare mondiale, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, l’UNESCO e altre agenzie delle Nazioni Unite, così come gli yemeniti che lavorano per il Fondo nazionale finanziato dagli Stati Uniti, il Democratic Institute, Partners Yemen, GIZ finanziato dalla Germania e Resonate Yemen.

Gli Houthi hanno anche sequestrato ex personale yemenita presso le ambasciate statunitense, giapponese e olandese a Sana’a, nonché Ahmed Hussein Al-Nunu, un alto funzionario ed educatore presso il Ministero dell’Istruzione a Sana’a.

Arman ha affermato che il numero delle persone rapite è aumentato da 50 nei primi giorni dell’operazione alle 70 attuali, tra cui cinque donne e 18 membri del personale delle Nazioni Unite, che sono stati trattenuti in una struttura di detenzione di intelligence e sicurezza a Sana’a.

Gli arresti sono avvenuti quando gli Houthi affermavano di aver scoperto una rete di spionaggio collegata agli Stati Uniti e a Israele, responsabile del trasferimento di importanti informazioni militari ai due paesi, causando allo stesso tempo danni ai settori dell’istruzione, dell’agricoltura e della sanità.

Allo stesso tempo, gruppi internazionali per i diritti umani e funzionari delle Nazioni Unite hanno esortato gli Houthi a liberare i lavoratori, affermando che la persecuzione da parte delle milizie delle organizzazioni umanitarie straniere sta esacerbando la crisi umanitaria.

CARE International, Oxfam e Save the Children hanno ribadito la loro richiesta in una dichiarazione congiunta agli Houthi di fornire informazioni sui lavoratori rapiti e di rilasciarli, affermando che la repressione “senza precedenti” ritarderà la consegna degli aiuti ai 18,2 milioni di persone.

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