22 Novembre 2024 05:48
Reggio Calabria. Scoperti due lavoratori all’interno di un import-export di carni di Reggio Calabria.
I casi di lavoratori che percepiscono il reddito di cittadinanza, stanno salendo sia al Nord come al Sud, in seguito all’impegno dei vari organi di Polizia, in particolare i Carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) e del Nucleo ispettorato del lavoro (Nil).
“I militari hanno anche denunciato in stato di libertà il titolare dell’azienda per violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, dall’ispezione che é stata effettuata, sono emerse, secondo quanto riferisce una nota stampa, gravi difformità in tema di sicurezza sul lavoro e prevenzione Covid.
I militari, infatti, hanno accertato che nessuno dei dipendenti indossava i guanti e le mascherine, e l’assenza di qualsiasi dispositivo anti-infortunistica. La validità degli estintori antincendio, inoltre, era scaduta da oltre due anni”. (ANSA).
Il Reddito di cittadinanza è una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Si tratta di un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari, nella pratica viene sempre piu’ spesso utilizzato come reddito “complementare” per evitare di pagare le tasse a cui sono soggetti i lavoratori dipendenti.
Il reddito di cittadinanza fa gola per la sua certezza di erogazione, e per evitare di perderlo, spinge a lavorare ” in nero”, mentre “è associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale.”
Il danno è doppio: si percepiscono soldi ingiustamente penalizzando le casse statali, si tolgono posti di lavoro ad altri lavoratori, visto che parte dei datori di lavoro preferiscono quelli non regolarizzati per non pagare contributi e tasse.
In realtà una volta scoperti, questi lavoratori perdono il diritto
Perdita del reddito di cittadinanza:
la decadenza dal Reddito di cittadinanza quando uno dei componenti il nucleo familiare:
- non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- non sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;
- non partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
- non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;
- non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non accetta la prima offerta di lavoro congrua;
- non comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;
- non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
- venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.