Ancona. Denunciati tre allevatori

Ancona. Denunciati tre allevatori per l’attività venatoria illegale

Perquisizioni personali e locali delegate dalla Procura della Repubblica di Urbino

Chi sono e dove sono i denunciati

Denunce a carico di 6 persone residenti nelle regioni Marche, Emilia-Romagna e Friuli Venezia-Giulia

tra cui  tre allevatori e commercianti di uccelli utilizzati quali richiami per l’attività venatoria.

Tutti i soggetti  risultano attualmente indagati a diverso titolo per vari reati:

Reati: furto aggravato ai danni dello Stato,  ricettazione, alterazione di sigilli di Stato, uccellagione e detenzione illegale ai fini commerciali di  fauna selvatica. 

Traffico di uccelli

 I Carabinieri hanno portato alla luce un vasto presunto traffico di uccelli da richiamo di provenienza illegale;

secondo  l’ipotesi accusatoria i volatili venivano infatti catturati in natura durante il periodo della migrazione

  per poi essere “regolarizzati” con apposizione di anelli o alterati oppure infilati forzatamente nelle  zampe cagionando lesioni agli arti.

Nel corso delle operazioni sono stati posti sotto sequestro anche  alcuni uccelli privi di anello identificativo che erano in attesa dell’apposizione illegale dello stesso.  

Cosa dice la legge

la cattura degli uccelli in natura con reti o altri strumenti non è  consentiti dalla legislazione italiana ed europea.

“Gli unici richiami utilizzabili per l’esercizio dell’attività venatoria sono quelli nati in  cattività in allevamenti autorizzati e che dopo la nascita vengono regolarmente contrassegnati con  anello inamovibile, apposto nella zampa nei primi giorni di vita degli animali.

Gli ornitologi, in grado  di riconoscere l’età degli uccelli, nominati ausiliari di polizia giudiziaria dai Carabinieri Forestali, nel  corso delle perquisizioni hanno potuto accertare che un gran numero di animali nati prima del 2021  risultavano identificati con anelli realizzati nel 2022, quindi inseriti nelle zampette degli animali adulti  successivamente alla cattura in natura. ” 

Il presunto traffico rendeva agli indagati molte migliaia di euro.

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