Capponi castrati senza anestesia

Capponi castrati senza anestesia e macellati vivi: le immagini shock di Essere Animali

Milano, 12 dicembre 2023 – L’associazione Essere Animali ha diffuso un’indagine che documenta le crudeli pratiche a cui sono sottoposti i capponi negli allevamenti italiani.

Le immagini, realizzate in un allevamento di capponi in provincia di Milano, mostrano gli animali sottoposti a una serie di trattamenti dolorosi e inumani.

Capponi castrati senza anestesia
Capponi castrati senza anestesia

La capponatura

Uno dei metodi più diffusi per produrre carne di cappone è la capponatura, ovvero la rimozione chirurgica dei testicoli ai polli maschi. Questa pratica, oltre ad essere dolorosa per gli animali, può essere anche pericolosa e può portare alla morte del 20% dei capponi.

Nel video si vede come gli animali vengono privati di cibo e acqua per 24 e 12 ore, rispettivamente, prima dell’intervento.

Questo aumenta lo stress e il dolore degli animali, che vengono poi bloccati con le ali aperte e il costato esposto su due lastre di legno.

L’operatore esegue un taglio con il bisturi e, con l’aiuto di una pinza, asporta entrambi i testicoli. Questa operazione è particolarmente dolorosa perché i testicoli si trovano molto vicino all’intestino.

La macellazione

Dopo circa 10 settimane, i capponi vengono macellati. La pratica più comune è la “morte per asfissia”, che consiste nel rompere il collo degli animali e poi tagliare la gola.

Tuttavia, questo metodo non sempre è efficace nello stordire immediatamente gli animali, che possono quindi restare coscienti e morire per asfissia.

Le conclusioni

“Le immagini che abbiamo raccolto sono terribili e dimostrano ancora una volta che la produzione di carne di cappone è un’industria crudele e insensibile”, ha dichiarato Simone Montuschi, presidente di Essere Animali.

“Occorre un cambiamento urgente, servono politiche a maggiore protezione degli animali d’allevamento che vietino pratiche crudeli come la capponatura e la macellazione per asfissia. Ma anche noi consumatori possiamo fare la nostra parte, riducendo il consumo di carne”.

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