Fabbriche di cuccioli nell'Est Europa

Fabbriche di cani, la speculazione è dovunque, in particolare nell’Est Europa

Il tenente colonnello Claudio Marrucci del Comando Unità Forestale e Ambientale dei Carabinieri:

“Il fenomeno – in una video intervista sul sito della fondazione – è molto diffuso e in continua espansione

 trae origine nei paesi dell’Est Europa dove esistono delle vere e proprie ‘fabbriche di cuccioli’, dove i cani vengono adoperati come cose atte alla produzione

i piccoli tolti alle madri troppo rapidamente, dopo appena 30/40 giorni, sottoposti a viaggi faticosi da 12 a 24 ore. Oltre la metà dei cuccioli non arriva vivo a destinazione.

I cani vengono imbottiti di medicinali, soprattutto cortisonici, che servono a palesare un presunto stato di benessere per ingannare gli acquirenti”

 L’associazione di cui parla il colonnello è la “Fondazione Cave Canem

Fondazione Cave Canem. “Le richieste di cuccioli interessano maggiormente paesi come Italia, Spagna e Germania”, dichiara all’Adnkronos

Fondazione Cave Canem, di cosa si occupa?

“FONDAZIONE CAVE CANEM ONLUS è stata istituita il 24 giugno 2019 dalla volontà della Presidente Adriana Possenti e della Vicepresidente Federica Faiella.

Una non profit al femminile che si prefigge l’obiettivo di cambiare il destino di cani e gatti in difficoltà”.

Come agisce la Fondazione?

Nel “primo anno di vita della Fondazione sono stati finanziati e realizzati 12 progetti in più punti d’Italia generando valore a favore di 1463 cani e 396 persone.

La Fondazione agisce a supporto delle Istituzioni e della collettività come soggetto facilitatore”.

I risultati dichiarati nel loro sito:

Gli obiettivi raggiunti, fino a ora, sono i seguenti:

abbiamo fatto sì che due persone detenute, formate dal team di educatori cinofili della FONDAZIONE CAVE CANEM, ricevessero una seconda possibilità

venendo formalmente assunte dalla nuova gestione del Canile Comunale di Spoleto.

I due avevano curato la sede secondaria del canile comunale, allestita sui territori della Casa di Reclusione di Maiano, grazie a Fuori dalle Gabbie

sviluppando così competenze nell’ambito di gestione, cura e accudimento dei cani senza famiglia.

• il piccolo rifugio interno alla Casa di Reclusione, di cui garantiamo l’operatività

e che ha appena accolto nuovi cani, verrà affidato ad altre due persone detenute, affinché ricevano una concreta possibilità di inclusione lavorativa e riscatto sociale;


• abbiamo impostato un dialogo continuo tra il Canile Comunale e il piccolo rifugio;
• stiamo lavorando per implementare un sistema di accoglienza al pubblico finalizzato alle adozioni;

 abbiamo previsto l’inserimento di alcune figure chiave, quali gli educatori cinofili, preposti alla pianificazione e alla realizzazione di percorsi di recupero comportamentale;

• stiamo fornendo supporto tecnico e di consulenza per dei lavori strutturali che miglioreranno le condizioni di permanenza dei cani ospiti. “

Cosa dice la legge:

Cosa cita il  Regolamento (CE) n.998 del 26 maggio 2003 relativo alle condizioni di polizia sanitaria:

istituisce l’obbligo del passaporto europeo per i cani, i gatti e i furetti provenienti dall’estero, secondo quanto disposto dalla Decisione 2003/24.

Importante il certificato TRACES (Trade Control and Expert System) per tutta la partita (Regolamento 599/2004/CE e Decisione 2003/24/CE).

le stime dei costi parlano di 50 euro per crescere un cucciolo, a fronte del ricavo dalla vendita, di 500 euro.

I dettagli delle loro condizioni su Animalissimo:

Animali allevati in condizioni igieniche precarie, reclusi nelle gabbie e condannati a crescere al buio nei loro escrementi.

La produzione degli animali come avviene? Avviene con lo sfruttamento delle fattrici, imbottite di farmaci e ormoni per aumentarne la fertilità

Secondo un’indagine condotta in Repubblica Ceca, spesso gli allevamenti illegali sono in prossimità delle frontiere con la Germania o l’Austria

paesi in cui  i cani di razza costano di più e vi sono molte possibilità per passare la frontiera senza controlli.

In italia, il fenomeno del randagismo è noto da tempo, e le denunce in Sicilia come in altre regioni, ci sono.

“Noi della FONDAZIONE CAVE CANEM riteniamo una simile gestione del tutto inefficace

per affrontare un fenomeno quale il randagismo che, nella regione Sicilia, è tanto dilagante quanto mal gestito.

Il nostro team ha prontamente inviato una diffida al Comune a ritirare, in autotutela

la delibera di assegnazione del servizio al canile di destinazione e bloccare subito i trasferimenti.

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