28 Dicembre 2024 00:23
Questa mattina i Carabinieri del R.O.S, col supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri territorialmente competenti e dello Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori “Puglia”, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta di un pool di magistrati della Direzione Nazionale e della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, a carico di 32 soggetti indagati a vario titolo per associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi, traffico di stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, estorsioni, truffe aggravate, furto aggravato e ricettazione, aggravati dal metodo mafioso e compiuti al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa operante nel comprensorio garganico di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo (fraz. Macchia) e Vieste. Si tratta di un sodalizio, a suo tempo facente parte di un più vasto aggregato criminale riconducibile ai cd “Montanari”, che, secondo le acquisizioni investigative accolte dal Gip, in un’ideale continuità evolutiva, rappresenterebbe l’attuale assetto della componente facente originariamente capo alla famiglia ROMITO. Secondo l’impostazione accusatoria, la suddetta organizzazione, a seguito della c.d. strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, in cui perse la vita ROMITO Mario Luciano, si sarebbe rimodulata in una compagine che può essere ribattezzata clan “ROMITO- LOMBARDI-RICUCCI”. I provvedimenti scaturiscono da un’indagine del R.O.S., da cui emergono gravi indizi a carico di LOMBARDI Matteo e RICUCCI Pasquale quali figure di vertice (capi) del clan, (quest’ultimo vittima di omicidio l’11.11.2019) e di LA TORRE Pietro, gravemente indiziato di rivestire il ruolo di organizzatore con funzioni di raccordo tra i vertici e le diverse articolazioni territoriali e di coordinamento delle attività svolte dal sodalizio.