27 Dicembre 2024 00:10
I Carabinieri hanno arrestato tre sfruttatori e perquisito 23 aziende in cinque province di Emilia Romagna e Veneto per casi di caporalato.
caporalato a Portomaggiore
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Portomaggiore hanno eseguito nella mattinata del sette aprile un’ordinanza di custodia cautelare.
I militari di Portomaggiore hanno agito con quelli del Gruppo Carabinieri Tutela Lavoro di Venezia.
Insieme hanno eseguito l’ordinanza a Portomaggiore e in varie località nelle province di Ferrara, Rovigo, Padova, Venezia e Ravenna.
L’ordinanza era stata emessa a carico di tre cittadini pachistani, domiciliati nel portuense, per reati compiuti in concorso tra loro.
I reati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro aggravata (art. 603 bis CP) “c.d. Caporalato”, rissa (art. 588 CP) e calunnia (art. 368 CP).
I militari contestano agli arrestati il reclutamento di manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi.
Gli arrestati avrebbero collocato presso aziende agricole, in condizioni di sfruttamento approfittando del loro stato di bisogno, numerosi lavoratori.
Inoltre hanno commesso l’attività illecita con violenza e minaccia nei confronti di numerosi lavoratori.
Le complesse e prolungate indagini hanno documentato il reclutamento illecito di oltre 100 lavoratori, impiegati in più circostanze da 18 aziende agricole.
i sequestri
Nel corso dell’operazione i militari hanno sequestrato agli arrestati beni per oltre 80mila euro.
In particolare si tratta di due appartamenti dove abitano gli arrestati a Portomaggiore e due conti correnti.
In aggiunta a questo hanno sequestrato anche dieci autoveicoli utilizzati per il reclutamento ed il trasporto dei lavoratori e varie carte credito prepagate
I carabinieri hanno anche deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Ferrara e sottoposti a perquisizione personale e locale 23 imprenditori.
Hanno inoltre contestato alle relative società agricole di aver utilizzato, assunto ed impiegato manodopera mediante l’attività di intermediazione illecita.
Ma anche di aver sottoposto i lavoratori a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno.
Le indagini hanno preso avvio da una violenta rissa verificatasi a Portomaggiore nell’ottobre 2020.
Gli arrestati di oggi con violenza e minacce avevano sedato le rimostranze fatte dai lavoratori.
Alla rissa parteciparono una quindicina di persone e alcune rimasero ferite a causa delle sprangate, mentre altri si rifugiarono nella caserma dei Carabinieri di Portomaggiore.