19 Settembre 2025 04:33

“La grandezza e la miseria di Chaplin sta nella sua capacità di adattamento e seduzione, nel suo dialogo con la storia. Quella di Keaton nella sua inadattabilità, nella sua fedeltà, nella sua irriducibilità alla storia. Chaplin è sociale, Keaton è metafisico“.
La rivalità, presunta o tale, tra i due pesi massimi del Cinema muto secondo Goffredo Fofi, emerge anche nello spettacolo teatrale Charlie Chaplin – l’uomo dietro la maschera, regia e drammaturgia di Franco Nappi, anche attore in scena insieme a Mario Autore e a Chiara Vitiello.
CHARLIE CHAPLIN SUL LAGO D’AVERNO, UN VIAGGIO NEL TEMPO CON TEATRO ALLA DERIVA

Andata in scena il 6 luglio 2025 nella suggestiva cornice lacustre dell’Averno a Pozzuoli, in Provincia di Napoli, in quella terra che si agita e non trova pace al pari delle gag slapstick di Charlot, la piece ha aperto una storica e ormai prestigiosa rassegna estiva, consolidatasi a due passi dal mare del Golfo di Pozzuoli prima nel complesso termale delle cosiddette Stufe di Nerone, e da quest’anno ospite de Il giardino dell’orco.
Struttura ricettiva e attrezzata per pic nic e feste, nonché piccola attività ristorativa all’aperto, questo giardino offre la possibilità per 4 domeniche di seguito di assistere a sogni e sperimentazioni di un’arte antica e bisognosa di rispetto e tutela come quella del Teatro, godendo dello stupendo tramonto dopo le 19 di sera che si adagia sui Campi Flegrei mentre gli attori recitano e declamano le loro battute.
UNA SFIDA SCENOGRAFICA MINIMALISTA PER ATTORI E REGISTA

Una bella sfida per gli attori, alle prese con una scenografia minimalista, per usare un eufemismo: un appendiabiti per cambiarsi nel corso dei vari capitoli della pièce, un telo sull’erba sotto un albero dal sapore beckettiano e nessuna luce artificiale, solo due casse per musica e microfoni.
L’assenza di faretti in favore della sola luce naturale prima del tramonto mette metaforicamente a nudo gli interpreti, puntando sulla totale forza attoriale senza le vesti del disegno luci che permettono di dialogare col pubblico e scandiscono la mise en scene.
Un paradosso per un’icona cinematografica come Chaplin, abituata dietro e davanti la macchina da presa ai fari e alle Luci della ribalta e alle Luci della città, per citare due tra i suoi titoli più famosi, capolavori immortali della Storia del Cinema.
La rappresentazione esordisce con l’interrogatorio maccartista al povero artista britannico, comunista sospetto, per poi fare un viaggio a ritroso nel tempo, fino alla sua infanzia dolente e povera.
I FANTASMI DI UNA VITA PER CHAPLIN

Si fanno spazio così le figure della madre problematica, interpretata dalla Vitiello, bravissima anche quando è impegnata nel ruolo delle varie mogli del genio della Settima Arte; quella del fratello/fratellastro Sydney, inizialmente compagno di scena e rivelatore di segreti e bugie per il protagonista e per il pubblico; la rivalità con Buster Keaton citata nell’incipit.
MARIO AUTORE NEI PANNI DEL GENIO DI CHARLOT
A dare l’acqua della vita sul palco improvvisato en plein air al leggendario Chaplin ci pensa Mario Autore, già un convincente e giovane Eduardo De Filippo nel film TV di Raiuno diretto da Sergio Rubini, nomination ai Nastri d’argento 2021 come miglior attore.
Autore mette in mostra tutta la sua abilità nel passare dal bambino al giovane sognatore, dall’adulto ricco e decisamente ingenuo col gentil sesso all’anziano cineasta de L’ultimo dittatore e di Tempi Moderni.
Si ripercorrono, pertanto, le fasi del Cinema muto e dell’avvento del sonoro nel lontanissimo 1926 con una grazia e un’eleganza degni dell’ultimo grande umanista del Novecento.