Al via al set del film “Dio Mio perdonami”, del Regista Lino Di Benedictis, intervista all’attore Francesco Fariello.

Francesco Fariello Tv Luna trasmissione Il Calcio in Rosa condotto da Anna Barbuto

14 Maggio 2024, abbiamo intervistato il giovane e talentuoso attore Francesco Fariello, in occasione della sua nuova collaborazione, sempre come attore cinematografico al film dal titolo “Dio Mio perdonami”, del regista Lino Di Benedictis.

Per noi è sempre un piacere incontrare Francesco Fariello, fautore e promotore, attraverso la sua arte, la recitazione, di temi importanti.

Francesco volevo iniziare parlando di un monologo che ci ha molto colpito, per poi arrivare al film Dio Mio perdonami.

Ho visto recentemente il tuo monologo, andato in onda su Tv Luna, nella trasmissione “Il Calcio in Rosa condotta da Anna Barbuto, ci hai fatto emozionare molto sai ?

Grazie, effettivamente questo monologo ha catturato subito la mia attenzione, tanto che l’ho voluto elaborare, per portarlo in scena.

Ci puoi raccontare da cosa nasce questa volontà di portare in scena un monologo, che tratta un tema così importante : la vita di un ragazzo segnata dalla “cattiva strada”?

“Premetto che la fonte di questo scritto che io ho rielaborato in chiave teatrale, è sconosciuta”.

“Una sera stavo scorrendo dei video sul social tik-tok mi sono imbattuto in un video, in cui un mio amico, lo recitava, a quel punto mi ha colpito molto, seppur però ho sentito l’esigenza di riadattarlo, rielaborandolo, scrivendolo in dialetto napoletano”.

“Mentre lo rielaboravo sentivo il desiderio di emozionare lo spettatore, esattamente come io mi ero emozionato a mia volta, ad ascoltarne l’argomento”.

“E così ho fatto”.

“Ci ho impiegato un ora per riscriverlo, e una settimana per le prove, mi esercitavo sia a scuola di cinema, che a casa”.

“Certo la recitazione a teatro cambia molto da quella che avete visto in tv, a partire dalle musiche, eppure dalla mia posizione scenica, a teatro infatti arrivo dalla platea per poi continuare la mia recitazione sul palco”.

“Non ti nascondo che mi emoziono sempre ogni volta che lo porto in scena, mi capita anche di cambiare anche qualche parola, visto che si tratta di un dialogo intimo ed interiorizzato, che il protagonista fa dall’aldilà, ma il concetto quello no, quello non può cambiare”.

“Mentre rielaboravo questo monologo mi sono concertato sulla storia, che racconta il protagonista, sentivo l’esigenza di mantenere una chiave intimistica, e questa sorta di dialogo dall’aldilà, ma facendolo diventare una vera e propria auto-analisi, che porta il protagonista appunto, a prendere atto che ha barattato la sua vita, per qualcosa che non aveva minimamente la stessa importanza, insomma per qualcosa di cui non ne valeva la pena, e nello specifico sono 500 euro”.

“Difatti una parte del mio monologo cita così : “per 500 euro non ho potuto più riabbracciare mia madre”.

“Per 500 euro ho ucciso un ragazzo, per 500 euro non ho più potuto rivedere mia madre”.

“Ci tengo a precisare che mi sono ispirato ad un personaggio che non ha età, perché questo monologo è destinato a tutti”.

“Insomma si tratta di un vero e proprio dialogo dall’aldilà, in cui attraverso la recitazione, voglio lanciare un messaggio ovvero : LA SPERANZA”.

Spiegaci meglio

“Io credo molto nella speranza, certo il mio monologo non fa miracoli, ma attraverso questa auto-analisi, fatta ad alta voce dal protagonista, in cui la coscienza umana si esprime appieno, vorrei che qualcuno ascoltandolo, possa essere indotto a cambiare strada”.

La reazione del pubblico, qual è stata ?

“Quando m’invitarono nella trasmissione su Tv Luna, ho pensato subito a questo monologo, dagli amici, eppure il resto del pubblico, ha condiviso con me la loro emozione, c’è chi mi ha scritto, bravo Checco sei un mostro mi hai fatto emozionare, eppure ragazzi che hanno condiviso con me messaggi del tipo : grazie mi hai fatto emozionare, perché mi hai fatto ripensare al mio vissuto ecc. ecc.”.

“Queste per me sono le più grandi soddisfazioni”.

“Attraverso questo monologo volevo porre l’attenzione su qualcosa d’importante, seppur questa situazione non mi appartiene, ma ho voluto che il personaggio attraverso la mia recitazione mettesse a nudo la sua coscienza facendo un ragionamento lineare, che spesso nella realtà viene omesso”.

“Per cui il mio è un monologo che parla anche di speranza, e di un’alternativa, che esiste sempre”.

Tant’è vero che il monologo continua con un autoanalisi molto profonda e realistica del tipo : 

“se non avessi fatto questa cazzata, stavo ancora con mia madre, e le persone che mi volevano veramente bene, che avrebbero potuto dirmi, domani vieni con me aggiustiamo questo, e quello, e poi vediamo come dobbiamo fare uscire il sole”.

“Ecco il sole è la speranza, che il protagonista ha perso nel momento in cui, ha preso una certa decisione ovvero quella di delinquere”.

“Questa autoanalisi nasce proprio dal fatto che il protagonista in seguito all’omicidio commissionatogli, viene a sua volta ucciso anche lui, a colpi d’arma da fuoco, ed è da lì, che nasce questa autoanalisi”.

Insomma se il tuo intento era quello di emozionare ci sei riuscito ampiamente Francesco, compimenti.

“La recitazione, mi consente di trasmettere quelle sensazioni, quelle emozioni che magari vengono realmente provate, dalle persone che stanno vivendo una situazione analoga”.

Pensi che questo monologo rifletta la società attuale ?

“Certo, assolutamente, non solo napoletana ma in generale sì, riguarda tutti”.

Questo monologo riflettere la verità, insomma pensi che questo sole, di cui parli, può venire fuori anche se la nostra società ci ha resi così insensibili, e distaccati gli uni dagli altri ?

“Allora vorrei partire da Napoli, (la mia città), famosa per l’empatia dei suoi abitanti, da noi se c’è un ragazzo in difficoltà si cerca di aiutarlo, a scuola soprattutto, organizzando anche CTO, insomma si cerca di metterlo sulla buona strada, facendo il possibile, ma non va dimenticato comunque il contesto sociale, e familiare, in cui vive quel giovane”.

“Con il lavoro che faccio, ho avuto modo di conoscere diverse realtà sociali, che però hanno molto in comune”.

“Per questo motivo uno dei miei desideri più grandi, oltre a quello di portare nelle scuole questo monologo, e divulgarlo il più possibile, è quello di organizzare dei corsi di recitazione gratuiti, per fare partecipare quanti più giovani possibile”.

“Quando mi capita di entrare in contatto con ragazzi della mia età, che vivono una situazione difficile, e mi capita di entrarci in confidenza, la cosa che mi balza subito all’occhio è la loro disillusione, e l’assenza di progetti per il futuro”.

Uno strumento potentissimo : l’arte

“Spesso mi dicono : a scuola vado male, o mi butto a fare questo o niente, ma io gli spiego sempre, non c’è solo la scuola, o la cattiva strada, c’è anche altro, c’è l’arte che secondo me è uno strumento potentissimo, insomma credo fortemente che non esista uno strumento più potente dell’arte”.

Ho conosciuto anche ragazzi che hanno cambiato visione e stile di vita.

“Nell’ambiente della recitazione so per certo che ci sono molti ragazzi, che si sono “convertiti”, e vogliono dare una svolta alla loro vita, seppur non li ho conosciuti personalmente, mentre per quanto riguarda il campo artistico-musicale, ti posso assicurare che c’è ne sono moltissimi”.

Il sorriso

“Ho conosciuto anche ragazzi che studiano e lavorano per mantenere la famiglia, che avevano dei familiari malati oncologici, o altri problemi, ma la cosa che mi ha stupito di più, era il loro sorriso, loro andavano a lavorare con il sorriso”.

“Per questo motivo, secondo me, un ragazzo che viene da un contesto del genere ha più valore, perché racchiude quelle virtù che magari un ragazzo con un livello economico più agiato, non comprendere”.

Il teatro

“Se un ragazzo vuole essere aiutato, e si trova in queste condizioni non mi mette in mezzo, o gli dico devi cambiare strada, ma glielo faccio capire in un altro modo, e se ci ho instaurato un rapporto di amicizia, lo porto con me a teatro, e gli faccio conoscere anche questo mondo, il mio mondo”.

Hai conosciuto qualcuno che ha deciso di cambiare strada ?

“Si l’ho conosciuto, e c’è l’ha fatta”.

Il tuo prossimo lavoro cinematografico il film  “Mio Dio perdonami”

“Sì, sono felice, e non vedo l’ora di cominciare, di recitare nel film “Mio Dio Perdonami”, del Regista Lino Di Benedictis”.

“Per ora siamo in fase di casting, non posso dire nulla, ma posso solo assicurarti che il casting sarà composto da molte persone, giovani, e che gireremo il film tra Napoli e Cosenza”.

Hai già lavorato con questo Regista ?

“Sì ho avuto già il piacere di lavorare con Lino Di Benedictis, un bravissimo registra napoletano, lui secondo me, sarà il mister in una squadra di giovani, anche alle prime armi”.

“Ho già lavorato con lui  per un cortometraggio, intitolato “Il segreto nascosto”.

Di questo copione cosa ti ha colpito di più ?

“Ah la storia sicuramente, e sono certo che farà appassionare tutti”.

“Per cui un casting corposo, con ragazzi anche alla prima esperienza recitativa, ma sono certa che daremo il massimo”.
Allora tienici aggiornati, e risentiamoci per gli aggiornamenti, mi stai facendo incuriosire.

“L’unica cosa che posso dirti, e che si tratta di un film drammatico, il tema è attualissimo seppur parte da un’epoca diversa”.

Ringraziamo l’attore Francesco Fariello, per averci concesso questa intervista, per noi è sempre un piacere ed un onore, conoscere talenti di grande pregio.

 

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