25 Marzo 2025 13:23
Black Friday in discussione. Commercianti in rivolta, richiesta: disciplina chiara sul Black Friday
Un grido d’allarme si leva dal mondo del commercio locale: regole più stringenti sui saldi, sanzioni più incisive contro le violazioni e una disciplina chiara sul Black Friday. La richiesta arriva da un Comitato spontaneo di esercenti di quartiere, nato a Cassano Magnago, che denuncia le criticità dell’attuale sistema normativo e il suo impatto devastante sulle piccole attività.
Secondo i promotori della mobilitazione, la normativa vigente non garantisce un equilibrio sostenibile per il commercio al dettaglio. “Regole non chiare” afferma Lillo Bevelacqua, portavoce del comitato, sottolineando come il calendario dei saldi, con date d’inizio troppo anticipate, riduca drasticamente la marginalità delle vendite a prezzo pieno.
Questo meccanismo alimenta un progressivo impoverimento del tessuto commerciale cittadino, portando alla chiusura forzata di numerosi esercizi e al depauperamento dei centri storici.
Gli esercenti propongono di posticipare l’inizio della stagione dei saldi al terzo sabato di luglio e di gennaio, concedendo ai negozianti un periodo più ampio per le vendite a prezzi ordinari prima di dover applicare sconti drastici. Il caso dell’ultima estate viene citato come emblematico: una primavera caratterizzata da condizioni meteorologiche avverse ha reso difficile lo smaltimento delle scorte stagionali, penalizzando in particolare il settore dell’abbigliamento.
Oltre alla revisione del calendario, il Comitato chiede una regolamentazione più rigorosa del Black Friday, fenomeno di importazione statunitense che, nella sua attuale configurazione, compromette ulteriormente la sostenibilità economica del commercio tradizionale. Gli sconti applicati in prossimità delle festività natalizie, sommati ai periodi di saldi ordinari, determinano un lasso temporale di circa 90 giorni all’anno in cui i margini di guadagno si riducono drasticamente.
Per contrastare pratiche ritenute distorsive della concorrenza, gli esercenti invocano sanzioni più severe per chi aggira la normativa. Le attuali multe pecuniarie, quantificate in circa 800 euro per le grandi catene, vengono giudicate irrisorie e inefficaci.
La proposta avanzata prevede invece la chiusura forzata dell’attività per almeno dieci giorni nei casi di mancato rispetto delle disposizioni vigenti.
L’iniziativa ha già raccolto ampio consenso tra gli addetti ai lavori, come dimostrato dalle numerose adesioni al questionario diffuso tra i commercianti.
Il timore diffuso è che il settore dell’abbigliamento possa seguire la sorte dei negozi di elettrodomestici, progressivamente estromessi dal mercato dalla concorrenza della grande distribuzione. Per questo, la richiesta al governo centrale è chiara: una revisione normativa che garantisca equità, tutela del commercio locale e una regolamentazione più rigorosa degli sconti indiscriminati.
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