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Bari

DIA, fuori gioco clan Loiudice di Altamura.

Giuseppe CriseoBy Giuseppe Criseo9 Novembre 20213 Mins Read
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Casalesi, la DIA indaga su Giuseppe Diana
Casalesi, la DIA indaga su Giuseppe Diana

DIA, fuori gioco clan Loiudice di Altamura operazione su Bari, BAT e Matera. Eseguita dai Carabinieri, tra il capoluogo e le Murge, una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 24 persone per associazione mafiosa e altri gravi reati.

https://youtu.be/04gQFl1abxw

Si è svolta nella notte una vasta operazione antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari. Oltre 100 i militari impegnati nelle province di Bari, Matera, BAT e Torino, in particolare nei comuni di Altamura, Triggiano, Grumo Appula, Matera, Montescaglioso e Miglionico, per chiudere il cerchio sull’agguerrito clan “Loiudice” di Altamura. Capi e affiliati sono stati neutralizzati da una complessa indagine che, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, ha colpito in modo decisivo un pericoloso gruppo criminale, attivo sull’area murgiana.

Sono 24 i soggetti raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso con l’aggravante della disponibilità di armi, detenzione e porto di armi, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, estorsione, associazione a delinquere finalizzata ai furti di auto e alla successiva estorsione, ricettazione, rapina, turbativa d’asta immobiliare e sfruttamento della prostituzione”.

L’operazione odierna, convenzionalmente denominata “Logos”, costituisce il compendio di un’articolata indagine, avviata alla fine del 2017, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari mediante continui servizi di osservazione e pedinamento, numerose attività tecniche d’intercettazione telefonica e ambientale e attraverso l’utilizzo delle dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, che hanno permesso di costruire un solido quadro indiziario in ordine ai gravissimi reati contestati agli indagati.

L’attività della Direzione Distrettuale Antimafia e degli investigatori dell’Arma dei Carabinieri ha consentito di fotografare la perdurante operatività dell’organizzazione criminale facente capo a Loiudice Giovanni, detto Giannino, legata dapprima al clan Parisi e in ultimo al clan Capriati, ed attiva con carattere di stabilità nel territorio di Altamura.

È stata documentata la pervasività dell’associazione, dotata di una struttura organizzativa stabile e caratterizzata dal ricorso sistematico alla violenza per imporsi nel controllo delle attività illecite nel territorio di Altamura, finalizzata alla commissione di una indefinita serie di delitti, in particolare in materia di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, reati di turbativa d’asta immobiliare, associazione a delinquere, furti di autovettura ed estorsioni.

Le indagini hanno permesso di evidenziare, così come definito dal Giudice nell’ordinanza applicativa della misura cautelare, “la cosiddetta zona grigia”, ossia “l’accertata succube sudditanza verso gli interessi del clan Loiudice proveniente da professionisti di varia estrazione, quali dipendenti comunali, sempre pronti ad aderire o addirittura a prevenire con estremo zelo le richieste in ordine ai bisogni o alle aspettative più svariate, anche quando non compatibili con norme di legge o doveri deontologici, per il rispetto portato verso i rappresentanti del clan, ed il desiderio di evitare qualsiasi genere di insoddisfazione dei temibili interlocutori”.

È il caso, ad esempio, di un dipendente comunale, la cui posizione è tutt’ora al vaglio di questo Ufficio, che si era attivato – seppure fuori dall’esercizio delle sue funzioni – per fornire a Loiudice Giovanni la proprio consulenza in ordine alle procedure necessarie per regolarizzare la occupazione abusiva di un alloggio di edilizia popolare, che, poi, nel corso dell’attività di indagine, è stato regolarmente sottoposto a sequestro preventivo e restituito all’ARCA Puglia, proprietaria dell’immobile.

Altamura Antimafia Bari
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