La giudice di Catania, con una sua presa di posizione giuridica, ha messo in subbuglio i rapporti tra Istituzioni.

Le Istituzioni non dovrebbero impelagarsi in polemiche politiche, perchè quando si finisce in politica, ogni altra considerazione diviene oltremodo “fuori luogo”.

Un conto è un commento garbato, tecnico e di alta statura istituzionale come ad esempio quanto scritto dal giudice Procuratore Generale di Torino Saluzzo, sulla vicenda delle intercettazioni:

«noi smettiamo di portare a casa metà dei risultati e non parlo solo di criminalità organizzata, di organizzazioni mafiose o simili, ma anche di reati della pubblica amministrazione nei quali non c’è mai la denuncia iniziale.

O partono dall’abuso d’ufficio o da altri tipo di reato.

Quindi pensare in un Paese come il nostro, a trazione illegale inimmaginabile e incomparabile con gli altri Paesi, di abrogare il reato d’abuso d’ufficio vuol dire non avere sott’occhio la lente della realtà».

Come il Procuratore ha dichiarato alla Stampa di Torino

a stessa giudice si chiama fuori dalle “polemiche” perché la questione è giuridica, e “impugnabile” e non deve essere trasformata in una “questione personale”.

Situazioni  e personaggi diversi? Forse. Il cittadino si aspetta che la Magistratura sia al di sopra delle parti, mentre è risaputo da sempre che esistono “correnti”.

E le correnti talvolta fanno male, se vanno oltre la normale dialettica costruttiva, se le valutazioni giuridiche non nascono dalla tutela della Giustizia, ma da motivazioni politiche.

Le espressioni e le valutazioni ci sono e ci saranno sempre, anzi se non nascono da vicende personali e politiche possono arricchire chi è eletto e deve prendere decisioni.

Decisioni che anche in questo caso, dovrebbero mirare al “bene comune” e non tutelare lobby e potere.

E la loro pubblicazione dovrebbero mantenersi a livelli culturali, giuridici  e personali di un certo livello.

Sai gli uni che gli altri devono rendere conto ai cittadini, che restano stupiti e  amareggiati, confusi e smarriti di fronte a questi “spettacoli” indecorosi.

La libertà non vuole offendere sul piano personale approfittando sia gli uni che gli altri del loro “status”.

C’è chi lo ha capito ed esprimere in maniera decisa il proprio pensiero, come Saluzzo e lo stesso Gratteri:

“La possibilità di svolgere intercettazioni per i reati contro la Pubblica amministrazione non deve essere limitata: sarebbe un grande regalo alle mafie”.

 

 

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