Gallarate celebrata la giornata Associazione carcerati

Gallarate: giornata Associazione carcerati oggi è stata celebrata a Gallarate la giornata Associazione carcerati voluta in passato da don Alberto Dell’Orto che, era solito fare visita al carcere di Busto Arsizio.

Don Andrea Florio, cappellano ospedaliero, ha lasciato la sua testimonianza in quanto anche lui ha svolto da Seminarista il suo Ministero in carcere a San Vittore così come Mons. Riccardo Festa si è occupato di un carcere acquisendo tanta esperienza.

Lo stesso prevosto di Gallarate ha presieduto la Celebrazione Eucaristica a Sciaré.

La testimonianza di don Andrea Florio.

“In questo periodo ci sono molte feste di inizio anno. Oggi è la giornata dell’Associazione carcerati, un’iniziativa molto bella voluta in passato da don Alberto, che era solito fare visita al carcere di Busto. È importante parlare alla società di questo mondo ai più sconosciuto.”

L’Associazione si occupa dei detenuti.

“L’associazione si occupa dei detenuti, dei loro bisogni primari ma anche di un dialogo volto ad un inizio di recupero della persona. L’uomo sbaglia e ha bisogno di riconoscere il proprio errore, in primis a se stesso.”

Nella società si percepisce insesibilità.

“Purtroppo a volte nella società si percepisce insensibilità: si usano espressioni che io trovo violente come “buttate via la chiave!”. Ecco questo è l ‘inizio dell’inciviltà, della barbarie e la barbarie genera altra barbarie, non porta a nulla di buono.”

È importante ricostruire la persona.

“Invece è importante ricostruire la persona, ma prima di tutto riconoscere nel detenuto una persona. Anch’io ho frequentato da seminarista a lungo un carcere, quello di San Vittore, e ho imparato tanto da tutti, anche dagli ospiti della casa circondariale.”

La Santa Messa celebrata dal prevosto.

“La santa messa a Sciare’ oggi è stata celebrata dal prevosto, monsignor Festa, il quale si è occupato come cappellano di un carcere e ha acquisito tanta esperienza. Fuori poi c’è stato nel sole un aperitivo, con bancarelle di fiori, libri e oggetti vari.

Naturalmente tutto coronato dal pranzo in fraternità perché è importante incontrarsi, parlarsi, confrontarsi affinché il messaggio d’amore circoli, il seme fruttifichi e faccia emergere le nostre vocazioni alla solidarietà, alla comprensione, al superamento delle barriere.”

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