È stata celebrata ieri sera alle 17.30 in Duomo, la Santa Messa con il rito dell'imposizione delle ceneri; un rito che introduce nel Tempo Forte della Quaresima.

L’Arcivescovo Delpini ha Presieduto in Duomo la Celebrazione Eucaristica con il rito dell’imposizione delle ceneri.

In Duomo la prima Domenica di Quaresima.

È stata celebrata ieri sera alle 17.30 in Duomo, la Santa Messa con il rito dell’imposizione delle ceneri; un rito che introduce nel Tempo Forte della Quaresima.

La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo Sua Ecc.za Mons. Mario Enrico Delpini.

Foto Celebrazione Eucaristica

Di seguito proponiamo il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo. “Il canto improbabile”.

Foto Omelia Arcivescovo

 

Il grido, il pianto, il chiasso.

“Forse qualcuno ascolta la terra, forse ci sono angeli che raccolgono i suoni prodotti dall’umanità mentre la terra gira e gira nell’universo sconfinato. Che cosa ascoltano gli angeli?

Il rumore dell’umanità è un gemito: il dolore è troppo grande, i disastri sono troppo catastrofici, la
pena è troppo profonda. Il rumore dell’umanità è un gemito.

Il rumore dell’umanità è un grido: la gente è arrabbiata e sfoga la sua rabbia gridando, insultando,
aggredendo con parole e violenza;

la gente non vede progressi, non vede vie d’uscita, sente il peso della vita e non sa come alleviarlo e grida, grida e non sa chi l’ascolta, grida e non crede che ci sia
chi possa e voglia prestare soccorso.

Il rumore dell’umanità è un grido.

In Duomo. Il rumore dell’umanità è il chiasso di una confusione: si mescolano rumori di guerra e sconsiderate
musiche di baldoria, si mescolano suppliche di poveri e volgari risate di ricchi, si mescolano
assordanti macchine al lavoro e le chiacchiere vuote dei nullafacenti.

La voce dell’umanità è un
chiasso confusionario
Forse qualcuno ascolta la terra e è frastornato del grido, dal pianto dal chiasso.”

Il canto improbabile

“Ma io credo che oggi gli angeli amici di Dio che sono in ascolto abbiamo motivo di stupore perché
distinguono tra tutti l’elevarsi del canto improbabile dei figli di Dio.

Il canto improbabile canta della riconoscenza di coloro che non accolgono invano la grazia di Dio
e celebrano oggi il mistero della riconciliazione.

Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in
Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione
(2Cor 5,19). E così canta il canto improbabile:

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore (Sal 102).

Il canto improbabile canta le lodi del Signore ed esalta l’opera di Dio e
la sua gloria che riempie la terra: Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà
presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà (Is 58,8).

Il canto improbabile si innalza dalla santa liturgia che raduna i fedeli per spezzare l’unico pane e
fa dei molti un cuore solo e un’anima sola e canta l’invito e la speranza: vi supplichiamo in nome di
Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio! … vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio …
ecco ora il momento favorevole … (cfr 2Cor 5,20ss).

Voi che fate il segno della croce, lasciatevi
riconciliare con Dio e riconoscete la grazia di essere fratelli; voi che vi sentite trafiggere il cuore dal
canto dei ministri di Dio e del popolo cristiano, lasciatevi riconciliare con Dio e rallegratevi d’essere
il popolo benedetto da Dio e condotto attraverso le tribolazioni della storia in cammino verso il regno
che viene.

Deponete le armi, contestate le armi, lasciatevi riconciliare con Dio! Vogliamo sfidare
l’improbabile e cantare il canto della pace.

Il canto improbabile risuona nell’intimo del cuore di ciascuno e suggerisce il sussurro discreto
che confida alle persone amate le parole che chiedono perdono, che offrono il perdono.

Lasciatevi riconciliare

Lasciatevi riconciliare con Dio e non tacete le parole attese dalla moglie, dal marito, dai genitori, dai figli, dai
parenti, dalle persone vicine in ogni ambiente:

abbiate la semplicità di chiedere scusa, di riconoscere il torto, di sorridere con benevolenza, di abbracciare un nuovo inizio.

Il canto improbabile si innalza
dalle famiglie che si lasciano riconciliare con Dio, dagli ambienti di lavoro, dalle case e dai condomini.

Il canto improbabile porta verso il cielo la parola amica che abbatte il muro di separazione tra chi
ha troppo e chi non ha nulla, tra chi è sano e chi è malato, tra chi è cittadino e chi è straniero: non è
piuttosto questo il culto gradito a Dio:

sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?

Non consiste forse nel dividere il pane con
l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza
trascurare i tuoi parenti? (Is 58,6ss).”

Siamo il popolo del canto improbabile.

“Ecco come vogliamo cominciare la quaresima di questo anno, come il popolo del canto
improbabile, il canto della pace, il canto della riconciliazione con Dio e tra i popoli, con Dio e nelle
comunità, con Dio e nelle famiglie.

Mentre sembra che solo il grido, il gemito e il rumore possano risuonare sulla terra, noi vogliamo
invece cantare la gioia di essere fratelli, la speranza della pace, la fiducia in Dio.

Siamo il popolo del canto improbabile.”

Testo omelia dell’Arcivescovo da chiesadimilano.it

Foto chiesadimilano.it

Foto Celebrazione Eucaristica

 

«Cantiamo il canto della pace»

 

Condividi sui social