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Mirko, l’informatico: una storia incredibile eppure vera

L’informatico costretto a dormire su una panchina, eppure una casa ce l’ha, come mai?

La solidarietà dei milanesi

il quartiere Niguarda, periferia nord della città, ha organizzato una staffetta solidale per garantirgli i pasti, una volta che la sua storia è diventata di pubblico dominio.

La storia di Mirko, raccontata da lui stesso:

“Due mesi fa sono stato sfrattato dalla casa dove vivevo con la mia fidanzata rumena

– racconta all’AGI, seduto a un tavolino di legno accanto a Savina, la residente che ha dato vita alla catena di generosità -.

Mirko. Ho lavorato fino alla pandemia, poi ho perso entrambe le mie attività:

quella di informatico che andava nelle case ad aggiustare i pc o installare programmi perché la gente aveva paura di farmi entrare per timore del Covid.

E l’altra da facchino in una pizzeria perché ha chiuso”.

Il trasferimento tra chi lo conosce al Parco Nord:

Perchè ha scelto il Parco Nord?

“perché i ragazzi del bar mi conoscono bene, ci sono le telecamere e mi sento protetto.

Dopo una settimana, ho fatto venire la figlia della mia compagna a prenderla perché non volevo facesse questa vita anche se lei ha pianto molto e sarebbe rimasta”.

Il blocco a Milano perchè?

“Ho la carta d’identità scaduta nel giugno del 2021 e le persone con cui ho parlato del mio ultimo Comune di residenza, quello di Cormano, hanno detto che non possono rilasciarmene una nuova perché non ho una dimora.

Ho più volte sollecitato i servizi sociali che mi avevano assicurato una soluzione per il momento non arrivata”

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