22 Novembre 2024 08:50
‘Ndrangheta in Lombardia, 9 arrestati tutti vicini alle cosche calabresi Mancuso e Pesce
Pavia 04 Maggio 2023, blitz della Guardia di Finanza di Pavia. stamani nella provincia di Milano, al centro dell’inchiesta molte società appartenenti al principale indagato : un pregiudicato italiano di origini calabresi, affiliato alle cosche di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi (Vv) e dei Pesce di Rosarno (Rc).
Con i soldi della droga, compravano ristoranti e pizzerie in Lombardia
Il pregiudicato, già stato arrestato nel 2019, insieme ad altre 8 persone, nell’ambito di un’inchiesta diretta dalla DDA di Milano, in cui emerse che questo soggetto era a capo di un sodalizio criminale, investiva i proventi derivanti dal traffico di droga, nell’acquisto di una catena di ristoranti-pizzerie, in Lombardia.
Il pregiudicato era un socio occulto delle attività commerciali, al fine che il suo nome non risultasse nell’ambito delle indagini patrimoniali.
Blitz con 100 militari
100 militari nelle province di Milano, Monza-Brianza e Crotone, per il blitz in cui sono state arrestate 9 persone, tutti cittadini italiani, ritenute appartenenti al sodalizio criminale.
Tra i coinvolti i rappresentanti legali, di molte delle aziende coinvolte, e 2 professionisti.
- 6 persone sottoposte a custodia cautelare personale in carcere;
- 3 agli arresti domiciliari.
Sequestrati 15,7 milioni di euro.
Il gip ha disposto 6 misure di divieto temporaneo di esercitare e ricoprire uffici direttivi di imprese e persone giuridiche, ed il sequestro preventivo dei proventi illeciti per complessivi 15,7 milioni di euro, frutto dell’evasione posta in essere attraverso l’emissione di fatture false per oltre 43 milioni di euro dalle società coinvolte negli accertamenti dei finanzieri.
Plurimi i reati tributari, che fanno capo un imprenditore operante nel nord milanese, aiutato da alcuni
familiari, in stretto contatto con un professionista, già noto alle forze di Polizia per i numerosi precedenti,
già coinvolto in un’altra indagine della Guardia di Finanza di Pavia.
Numerose le società, riconducibili agli indagati, fornitrici di servizi/manodopera, costituite e gestite da
prestanome, senza alcuna capacità imprenditoriali, senza uffici, dove emergono delle fatture emesse per
operazioni, in parte/del tutto inesistenti.
In seguito mettevano la società in liquidazione, prima che gli uffici finanziari potessero avviare eventuali controlli fiscali e/o sul lavoro.
Le fatture venivano emesse anche per il noleggio di macchinari, senza averne l’effettiva disponibilità.