24 Novembre 2024 01:35
Il 13 dicembre, i Carabinieri del ROS (con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, del Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, nel corso delle indagini preliminari
dal GIP presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Sezione “Palermo” della locale Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 7 indagati, presunti appartenenti al mandamento palermitano di Villagrazia-Santa Maria di Gesù e alla famiglia di Monreale (PA);
indagati a vario titolo, per usura ed estorsioni (tentate e consumate); queste ultime aggravate dal metodo mafioso.
Il grave quadro indiziario, posto a fondamento del provvedimento cautelare, scaturisce da un’indagine, avviata dal ROS nel 2017 e diretta dalla suindicata Sezione della D.D.A., a seguito della denuncia di un imprenditore, che ha dichiarato di essere caduto sin dal 2011 nella morsa usuraria dei predetti indagati, a causa di una posizione debitoria maturata nell’esercizio d’impresa.
gravi indizi di colpevolezza
L’investigazione, oltre a documentare i gravi indizi di colpevolezza relativi alle citate condotte usurarie ed estorsive, ha capitalizzato e messo a sistema il materiale probatorio già raccolto dal ROS nell’ambito dell’indagine “BRASCA” condotta in direzione del mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù.
Dalla citata indagine scaturì, nel 2016, un provvedimento restrittivo a carico di 62 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita detenzione di armi, ricettazione, danneggiamento, incendio e fittizia intestazione di beni,
aggravati dalle finalità mafiose. Alcuni degli odierni arrestati, a seguito di tale manovra investigativa, sono stati condannati in appello per l’appartenenza all’associazione mafiosa e per la realizzazione di reati fine.
Nell’ambito dell’operazione sono state inoltre eseguite numerose perquisizioni.