Garibaldi e  la Controversa Battaglia dell’Aspromonte

La figura di Giuseppe Garibaldi, il condottiero che ha unificato l’Italia, è spesso avvolta da un alone di leggenda e celebrata come quella di un eroe indiscusso.

Il post di Santo Schirripa ci fornisce l’occasione per alcune considerazioni che seguono:

Tuttavia, la sua impresa non fu priva di ombre e controversie, soprattutto per quanto riguarda il suo rapporto con il Sud Italia. La battaglia dell’Aspromonte, avvenuta il 29 agosto 1862, rappresenta uno degli episodi più controversi della sua spedizione e offre spunti di riflessione sulla complessa realtà storica dell’epoca.

Il Sud sotto i Borboni: Benessere o Oppressione?

Mentre nei libri di storia ufficiali Garibaldi viene spesso dipinto come un liberatore che ha sottratto il Sud alla tirannia borbonica, una narrazione alternativa sostiene che la vita sotto i Borboni non fosse poi così buia come si dipinge. La Calabria e la Sicilia, in particolare, godevano di una certa autonomia e di un’economia discreta, seppur all’interno di un sistema feudale.

Sbarco in Calabria e Scontro con l’Esercito Regio

Nonostante il presunto benessere sotto i Borboni, Garibaldi sbarcò in Calabria il 25 agosto 1862 con la sua spedizione di Mille, convinto di essere accolto come un liberatore. Tuttavia, la realtà si rivelò ben diversa: la popolazione locale non solo non lo appoggiò, ma in alcuni casi lo osteggiò apertamente. Il 29 agosto, nei pressi di Gambarie, i garibaldini si scontrarono con un reparto di bersaglieri dell’esercito regio. Lo scontro fu breve e cruento: Garibaldi fu ferito a una gamba e i suoi uomini subirono pesanti perdite.

Conseguenze della Battaglia e Dibattito Storico

La battaglia dell’Aspromonte segnò la fine della spedizione garibaldina nel Sud Italia e la cattura di Garibaldi. L’evento scatenò un acceso dibattito storico che dura ancora oggi. Da un lato, i sostenitori di Garibaldi lo vedono come un martire vittima dell’oppressione monarchica. Dall’altro lato, i critici sottolineano le sue ambizioni di potere e la sua volontà di annettere il Sud al Regno d’Italia, anche contro la volontà di alcuni suoi abitanti.

Il Cippo di Garibaldi e la Memoria Contesa

Ai piedi di un albero di pino a Gambarie, un cippo ricorda il luogo dove Garibaldi si accasciò ferito. Il cippo e il vicino mausoleo a lui dedicato rappresentano una testimonianza tangibile della sua impresa, ma anche un monito a non dimenticare le complesse sfumature di questo evento storico.

Conclusione

La battaglia dell’Aspromonte rappresenta un capitolo cruciale della storia italiana, ma la sua interpretazione non è univoca. È importante adottare una prospettiva critica e sfaccettata, considerando le diverse voci e i punti di vista per comprendere appieno la complessità di questo evento e il suo impatto sul Sud Italia.

Fonte: Santo Schirripa

Giuseppe Garibaldi: Eroe dei Due Mondi o Figura Controversa? Un’Esplorazione Critica

Introduzione

Giuseppe Garibaldi, figura iconica del Risorgimento italiano, è spesso celebrato come un eroe senza macchia, il condottiero che ha unificato l’Italia sotto un’unica bandiera. Tuttavia, la sua figura è ben più complessa e sfaccettata di quanto la leggenda popolare voglia far credere. Dietro l’alone di eroismo si celano scelte politiche controverse, ambizioni personali e un rapporto con il Sud Italia tutt’altro che lineare. In questo articolo, intraprenderemo un’analisi critica della figura di Garibaldi, esplorando le luci e le ombre di un personaggio che ha indubbiamente segnato la storia del nostro Paese.

Garibaldi: Gli Anni della Giovinezza e l’Esilio

Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza nel 1807. Sin da giovane, dimostrò un carattere avventuroso e uno spirito ribelle. Attratto dagli ideali di libertà e democrazia, si unì alla Giovine Italia, il movimento fondato da Mazzini che sognava un’Italia unita e repubblicana. Le sue idee rivoluzionarie lo costrinsero all’esilio, portandolo a girare per il mondo e a combattere per diverse cause indipendentiste.

La Spedizione dei Mille e l’Unificazione Italiana

Nel 1860, Garibaldi guidò la celebre Spedizione dei Mille, un’impresa audace che lo portò alla conquista della Sicilia e poi del Meridione d’Italia. Il suo carisma e le sue doti militari lo resero un leader indiscusso, capace di mobilitare migliaia di volontari e di infiammare gli animi degli italiani con la promessa di libertà e unità.

Il Complicato Rapporto con il Sud Italia

Tuttavia, il rapporto di Garibaldi con il Sud Italia fu tutt’altro che idilliaco. La sua conquista del Meridione non fu accolta con unanime entusiasmo da parte della popolazione locale. Anzi, in alcuni casi, si verificarono anche episodi di resistenza e di ostilità. Le ragioni di questo malcontento erano diverse: da un lato, c’era il timore di un’annessione al Regno del Nord, vista come un’imposizione esterna; dall’altro, c’era la delusione per le mancate riforme sociali promesse da Garibaldi.

L’Aspromonte e la Fine delle Ambizioni Garibaldine

La marcia di Garibaldi verso Roma, con l’obiettivo di completare l’unificazione italiana sotto la bandiera repubblicana, fu bruscamente interrotta nella battaglia dell’Aspromonte nel 1862. Lo scontro con l’esercito regio, su ordine del governo piemontese, segnò la fine delle ambizioni politiche di Garibaldi e la sua definitiva sconfitta.

Eredità Contesa: Garibaldi tra Mito e Critica

Giuseppe Garibaldi morì nel 1882, lasciando un’eredità complessa e controversa. La sua figura è stata oggetto di accesi dibattiti e di interpretazioni contrastanti. Per alcuni, egli rimane un eroe indiscusso, un simbolo dell’unità nazionale e del sacrificio per la libertà. Per altri, rappresenta una figura ambigua e autoritaria, un condottiero che ha usato la forza per imporre le sue idee e le sue ambizioni personali.

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