I Carabinieri arrestano 52 persone per mafia e traffico di droga.

I carabinieri di Catanzaro hanno eseguito 52 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di:

associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, rapina, ricettazione, riciclaggio e intestazione fittizia di beni.

L’operazione, denominata “Karpanthos”, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri.

Per 38 degli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per 6 gli arresti domiciliari e per 8 l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini, avviate nel 2022, hanno consentito di documentare l’operatività di un’associazione mafiosa radicata nel territorio di Catanzaro e provincia, dedita al traffico di droga, alle estorsioni e ad altri reati.

L’organizzazione, che si avvaleva della disponibilità di armi, avrebbe avuto collegamenti con altre cosche calabresi.

Dettagli importanti dal comunicato ufficiale

La scoperta delle cosche criminali

L’indagine ha portato alla luce l’esistenza della cosca di ‘ndrangheta denominata “CARPINO” di Petronà, coinvolta in una faida sanguinosa negli anni duemila e attiva nella presila catanzarese, con ramificazioni in Liguria e Lombardia. Un altro gruppo criminale alleato, noto come i “Cervesi” di Cerva, è stato identificato, con estensioni in Piemonte e Lombardia. Entrambi erano coinvolti in attività come estorsioni contro imprenditori edili e commercianti, rapine a mano armata, riciclaggio e intestazione fittizia di beni, oltre al traffico di cocaina e marijuana. Queste attività erano riconducibili a individui operanti nei territori di Cutro o Mesoraca.

L’influenza sulle elezioni e nella pubblica amministrazione

L’indagine ha anche rivelato uno scambio politico-mafioso e l’influenza del gruppo criminale di Cerva sulla locale amministrazione comunale durante le elezioni del 2017.

Alcuni degli indagati, candidati ed eletti in quella tornata elettorale e poi riconfermati nel 2022, avrebbero ricevuto voti in cambio di denaro e promesse di una percentuale sugli appalti pubblici.

Inoltre, è emersa la possibilità che la cosca di Petronà avesse entrature nella pubblica amministrazione:

con un dipendente dell’Agenzia delle Entrate che avrebbe messo a disposizione la sua funzione per favorire un affiliato, ottenendo in cambio favori di varia natura.

L’operazione “Karpanthos” rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata in Italia.

E dimostrando l’impegno delle autorità nel contrastare le attività illecite delle ‘ndrine e dei loro affiliati.

La lotta contro la corruzione e la criminalità rimane una priorità essenziale per garantire un futuro più sicuro e trasparente per il paese.

Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.
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