https://it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Zanotti_Bianco

La storia di Africo (RC): Africo deriva dal greco àprichos, άπριχος, o dal latino apricu, altri studi accennano a  reperti archeologici di epoca bizantina[5]. Probabilmente già nel decimo secolo erano presenti monaci basiliani[ (wikipedia).

In epoca normanna, fra i secoli XI e XII, visse San Leo, il patrono del paese secondo la tradizione, nacque a Bova e prima di diventare monaco studiò nel convento basiliano della SS. Annunziata di Africo[5].

La storia di Africo (RC). Le sofferenze di Africo sono dovute ai terremoti che indussero tanti ad abbandonarlo 1783.

Africo fu seriamente colpita, la popolazione di Africo e Casalnuovo ammontava complessivamente a 1726 persone nel 1815. nel 1861 il solo paese di Africo aveva 1276 abitanti; ne ebbe 1781 nel 1911 e 2489 nel 1951[8].

Altri due sismi colpirono il borgo calabrese nel 1905 e nel 1908.

Umberto Zanotti Bianco e  Manlio Rossi Doria, descrissero le condizioni di Africo, afflitto da tasse indiscriminate e da malattie, privo di medico

Altri dettagli non da poco: senza aule scolastiche (le lezioni si svolgevano nelle stanza da letto della maestra); gli abitanti si nutrivano di un immangiabile pane fatto con lenticchie e cicerchie[9][10].

Dopo la guerra nel 1945 un episodio di ribellione, tanto da portare all’assalto della Caserma dei Carabinieri; la politica era sentita e si contavano due sedi:  la sezione del Partito socialista, quella del Partito comunista e la Camera del lavoro.

Nel 1951 una violenta alluvione devastò Africo e Casalnuovo, causando tre vittime ad Africo e sei a Casalnuovo nonché ingenti danni materiali provocando l’esodo verso Reggio CalabriaBova Marina e Palmi.

Si contano piu’ di mille persone all’interno di baracche di legno a Reggio Calabria, in contrada Lazzaretto di Condera.

 Il parroco di Africo, Don Giovanni Stilo, fu inizialmente contrario[18], ma in seguito diede anch’egli la propria adesione[19].

Per risolvere il problema della sussistenza dei profughi nel nuovo abituro, Musolino ( deputato comunista) proponeva di espropriare il latifondo che all’epoca esisteva fra Bianco e Brancaleone, dove sarebbe sorto il nuovo paese, e di distribuirlo alla popolazione che sarebbe andata ad abitarvi[19].

Resta famosa la frase triste che descrive tale situazione

«La burocrazia non ha il diritto di annullare con un tratto di penna questo lavoro secolare, con lo spedire quelle turbe disgraziate là ove la terra è posseduta da altri.»
(Umberto Zanotti Bianco[20])

La storia annovera pure interventi esteri: nel 1953 cominciarono ad essere installati, nella suddetta località La Quercia del comune di Bianco, alcuni prefabbricati donati dalla Croce Rossa svedese.

Dagli anni ’60 comincia ad esistere Africo Nuovo con coltivazioni di gelsomino, l’apertura nel paese delle prime botteghe e dei primi negozi.

Le condizioni precarie e di povertà e anomalie (Africo Nuovo rimase fino al 1980 privo di delimitazione territoriale) spinse all’emigrazione e anche a lotte sociali:

Le condizioni precarie e di povertà e anomalie (Africo Nuovo rimase fino al 1980 privo di delimitazione territoriale) spinse all’emigrazione e anche a lotte sociali:

Le condizioni precarie e di povertà e anomalie (Africo Nuovo rimase fino al 1980 privo di delimitazione territoriale) spinse all’emigrazione e anche a lotte sociali:

Le condizioni precarie e di povertà e anomalie (Africo Nuovo rimase fino al 1980 privo di delimitazione territoriale) spinse all’emigrazione e anche a lotte sociali

Numerose le manifestazioni di protesta, blocchi ferroviari, lotte per la democrazia e per il lavoro.

In questo contesto cresce la violenza ed attecchisce la Ndrangheta e negli anni Ottanta il paese fu teatro di una faida sanguinosa[28].

 l’amministrazione comunale fu sciolta d’autorità e sostituita da commissari straordinari[29]; ciò avvenne ancora una volta nel 2014[30] e un’altra volta nel 2019.

Quando lo Stato non c’è cresce l’Anti-Stato, così si manifestano tante vicende oscure della nostra Italia.

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