19 Novembre 2024 09:16
Mafia: l’ultima relazione della DCSA (Direzione Centrale Servizi Antidroga – Ministero Interno), 20 tonnellate per la cocaina sequestrata
La relazione viene pubblicata ogni 26 giugno coi dati dell’anno precedente (2021 nel nostro caso)
Relazione Relazione Annuale 2022 da parte di chi?
– del Vice Capo della Polizia- Direttore Centrale della Polizia Criminale, Prefetto Vittorio Rizzi
– e del Direttore Centrale per i Servizi Antidroga, Generale C.A. della Guardia di Finanza -Antonino Maggiore
Il narcotraffico
La relazione pone la massima attenzione al narcotraffico affermando che :
“il narcotraffico sia stato il primo crimine transnazionale e quello che ha sempre rispecchiato l’evolversi dei tempi.
La metamorfosi delle organizzazioni criminali nazionali e internazionali, determinata dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione
Cosa dobbiamo fare? Il narcotraffico richiede un rafforzamento della cooperazione internazionale di polizia e delle indagini sulle piattaforme criptate dove viaggiano le comunicazioni criminali.
Il giro d’affari di Mafia Spa: in Italia un “giro d’affari” inferiore solo al fatturato di GSE (Gestore dei Servizi Energetici), di ENI e di ENEL[3].
La fonte è piu’ che attendibile, si tratta dell’Ufficio studi della CGIA.
L’elemento tragicomico: il peso incredibile dal punto di vista economico condiziona la vita economica dei paesi, e in Italia è stato quantificato in due punti di PIL.
Dove è piu’ forte la Mafia?
Non solo al Sud come un tempo si pensava, si è sviluppata anche al Nord: i dati evidenziano una forte presenza dove ci sono soldi pubblici:
«nei territori dove l’economia locale è fortemente condizionata dalla spesa pubblica».
Città fiorenti come:
Roma, Latina, Genova, Imperia e Ravenna in primis ma anche Torino, Novara, Varese, Milano, Bologna, Ferrara, Firenze, Livorno, Ancona e Macerata.
Immuni dalla Mafia le province di Matera, Chieti, Campobasso e le realtà sarde di Olbia-Tempio, Sassari e Oristano.
Quanti soldi ? Si tratterebbe di 40 miliardi di volume d’affari richiamati in precedenza e sottostimati.
Come si arriva a questi dati secondo CGIA Mestre:
Numeri che arrivano incrociando i dati riferiti a:
-omicidi di stampo mafioso, reati di associazioni di tipo mafioso, Comuni sciolti per mafia
-imprese confiscate alle mafie, omicidi volontari, danneggiamenti a seguito di incendi, attentati, estorsione
– sfruttamento della prostituzione, produzione e traffico di stupefacenti, contrabbando, riciclaggio. Da un’indagine realizzata su un campione di 3.500 imprese.
Sono stati “calcolati” l’indice di vittimizzazione, la percezione di acquisizioni “insolite”
la percezione di finanziamenti “anomali” e la percezione di violenza ed estorsioni.
Numeri preoccupanti per l’Italia ma ancor peggio per il resto d’Europa:
l’Unione Europea, con apposito provvedimento legislativo* consenta a tutti i paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali:
come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando di sigarette.
* Regolamento UE n° 549/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2013.
Chi sono i mafiosi? Ce lo spiega il Prefetto Vittorio Rizzi: un suo breve profilo:
Ha partecipato a gruppi investigativi per la cattura di latitanti e per le indagini sul periodo stragista 1992/1995 per gli omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro scorte
Ma anche alle indagini sugli attentati di Via Palestro a Roma e di Via Georgofili a Firenze e al Gruppo Investigativo “Marco Biagi” a Bologna, con la direzione delle investigazioni che hanno portato all’arresto dei brigatisti rossi responsabili dell’attentato.
Partecipa a diversi organismi internali:
OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori);
-il Gruppo Integrato Interforze per la Ricerca dei Latitanti (GIRL)
– il Gruppo Centrale Interforze Ma.Cro (Mappa della Criminalità Organizzata).
“le mafie ‘fanno cartello’, hanno bisogno di relazioni e connessioni con organizzazioni criminali di tutto il mondo per gestire affari internazionali.
Rizzi fa esempi importanti:
Brasile, Argentina e Paraguay, dove sono presenti e lavorano insieme tutte le più pericolose reti criminali mondiali
Quali? il comando vermelho brasiliano, la yakuza giapponese, la mafia cinese, taiwanese e russa e, naturalmente, la ‘ndrangheta.
Mafia presente sui social, come la figlia di Totò Riina citata per l’immagine di un dito avvicinato alle labbra in segno di silenzio:
una sorta di omertà 2.0.
L’allerta di Rizzi contro il cybercrime: ” è la realtà più preoccupante”, attacchi ransomware e criptovalute,
Punti a favore della legalità:
Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Oggi abbiamo a disposizione strumenti performanti e personale altamente qualificato e specializzato
E in grado di fronteggiare una minaccia ibrida, molte volte di provenienza sconosciuta, che cambia continuamente”
Cosa fare, lo dice in fondo all’intervista
sviluppare e potenziare una forte capacità di adattamento per fronteggiare scenari in continua evoluzione, compreso quello criminale.
La sfida delle sfide: anticipare le mosse “anticipare la minaccia”.