15 Novembre 2024 09:23
Luigi Bonaventura e la sua associazione Antimafia, attivissima, accolta dal Papa
Papa Francesco. PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA.
“Incontrare il Papa, parlare con lui soprattutto per un cristiano è una grandissima emozione“, afferma Bonaventura.
Ma in ogni caso dovrebbe esserlo anche per un ateo visto che il Papa è un grande maestro di vita.
Le parole, il commento, l’entusiasmo e la commozione per l’accoglienza e la sensibilità di Papa Francesco.
“Basta un po di tempo per ascoltarlo con attenzione. Gli ho anche consegnato la maglietta della nostra Associazione (Sostenitori dei Collaboratori e Testimoni di Giustizia).
Grandiosa l’attenzione che gli ha prestato.
Ringrazio Papa Francesco.
Ringrazio don Benito Giorgetta e tutti i componenti dell’ associazione con i quali abbiamo passato due giorni bellissimi.
Papa Francesco. Ringrazio anche di cuore coloro che non sono potuti venire .Ringrazio la mia carissima collega di battaglia Valentina Vergani Gavoni.
Ringrazio con tanto amore mia Moglie, i mie figli, mia suocera, mio suocero che non c’ è piu e i miei cognati. Con un Papa cosi dire no alle mafie è possibile!
A Roma con Don Benito Giorgetta Sandro Mattioli presidente di mafianeindanke, Mario Spezia, Simone Ferrante, Luigi Gaetti e la Moglie Donata
E anche Gianpaolo Plini e padre, Paolo Vezzani e genitori, Giovanni Petrera, Sebastiano, Adele, Gaya e Ludovico Mautone , Valentina Vergani Gavoni e il fidanzato Federico Coppola e altri cari amici presenti con noi”.
Non capita tutti i giorni di poter salutare da vicino il Papa, e l’occasione è particolare:
Bonaventura non è un cattolico credente soltanto, è a capo di un’associazione Antimafia, riconosciuta e stimata a livello internazionale.
L’attenzione del Papa è molto importante da diversi punti di vista:
la sensibilità per un tema delicato e grave per la nostra società come quello della mafia, denota il peso e il riconoscimento per l’attività dell’associazione e i suoi membri.
Non si tratta di una delle tante associazioni che pure animano e proliferano in Italia, combattere col pensiero e con le azioni facendo anche prevenzione su un settore cruento e pericoloso, non è da tutti.
Un altro aspetto di peso, è il messaggio che proviene dal Papa e dal mondo cattolico che spesso viene strumentalizzato dalle principali “famiglie” criminali.
Nei riti della Ndrangheta si “usa ” cerimoniali religiosi per dare sacralità e importanza all’affiliazione e la religione viene citata spesso:
« Io battezzo questo locale sacro santo e inviolabile come l’hanno battezzato i tre vecchi cavalieri spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso:
se prima lo conoscevo come un locale di transito e passaggio da ora in poi lo riconosco per un locale battesimale dove si battezzano picciotti, giovani d’onore e camorristi.»
Le parole hanno un peso e se sono sacre, ancor di piu’, ammantano l’affiliazione dandole un aspetto “sacro” e religioso.
E ancora, si cita spesso l’arcangelo Gabriele, dimenticando che San Michele Arcangelo porta le insegne della giustizia, per questo è protettore della Polizia.
Un dettaglio a riprova di quanto affermato:
un’immaginetta dell’Arcangelo Michele bruciacchiata è stata rinvenuta nella tasca di una delle vittime della strage di Duisburg in Germania nel 2007.
Enzo Ciconte, storico, professore di Storia delle mafie all’Università di Pavia:
«Hanno capito fin dall’inizio che nel Meridione c’era forte attaccamento alla religione cattolica e l’hanno usata – In Sicilia come in Calabria –
Il fine è chiaro: “ per accreditarsi dalla parte che la gente sentiva come giusta, perché se non l’avessero fatto nessuno mai li avrebbe seguiti“.
Religione come escamotage per avere il consenso
Annachiara Valle, in Santa malavita organizzata: «Per farsi accettare dalla gente, per confonderla nel giudicare il bene e il male»
In conclusione il Papa dimostra ancora una volta, la sua vicinanza a chi combatte la Mafia, come Papa Wojtyla vent’anni fa.
“Le mafie negano il Vangelo, nonostante la religiosità sbandierata”, scrive Papa Francesco nella prefazione al libro vescovo di Catanzaro, Vincenzo Bertolone in ricordo del giudice Levatino.