Reggio Calabria: ex primario e dirigente medico sospesi dall’attività medica per un anno.

 

I Carabinieri del Nas di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza del GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica.

Disposizione che dispone la sospensione cautelare dall’esercizio della professione medica per un anno per l’ex primario dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia del GOM e per un dirigente medico dello stesso reparto.

I due medici sono indagati per i reati di somministrazione di farmaci guasti, falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa.

L’indagine, che ha coinvolto complessivamente 7 persone, è stata avviata nel marzo 2021 a seguito della denuncia di un dirigente medico che aveva rilevato delle anomalie sul diario clinico di un paziente oncologico.

Le indagini, che hanno portato alla raccolta di intercettazioni telefoniche e ambientali, di una complessa attività peritale.

E del sequestro e dell’analisi di oltre 300 cartelle cliniche e di sommarie informazioni testimoniali, hanno consentito di accertare che i due medici:

somministravano, tra il 2017 e il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti;

attestavano nel Registro AIFA predisposto per i cosiddetti “farmaci innovativi” dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco;

realizzavano le condotte di cui sopra per al fine di divulgare i risultati delle prassi cliniche da loro portate avanti tramite pubblicazioni scientifiche, così da accrescere la loro reputazione professionale per attrarre società farmaceutiche e organizzatori di convegni.

Nell’ambito della stessa indagine è stata riscontrata anche una truffa di 5.000 euro ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer, che sarebbe stata perpetrata dal primario in concorso con altro dirigente medico, una psicologa e il presidente di una ONLUS.

In questo caso, i medici avrebbero incassato i fondi per un progetto di sostegno psicologico ai malati oncologici che, in realtà, non è mai stato realizzato.

Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari, per cui vanno fatte salve le successive valutazioni di merito.

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