Se mi fermassi o rallentassi, sarei un vigliacco, lo afferma Gratteri, Nicola Gratteri, Procuratore di Catanzaro

in una intervista al settimanale “The Post Internazionale – TPI”.

Nicola Gratteri è un magistrato italiano, noto per il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, in particolare allaù la potente mafia calabrese.

Gratteri è nato il 3 settembre 1958 a Gerace, in provincia di Reggio Calabria, Italia.

Ha iniziato la sua carriera come magistrato negli anni ’80, occupandosi di vari casi di corruzione e criminalità organizzata.

Negli anni successivi ha acquisito sempre più esperienza nel contrasto alla ‘Ndrangheta, diventando un esperto nel campo

E guadagnandosi una reputazione come uno dei principali esperti italiani sulla mafia calabrese.

Gratteri è stato coinvolto in numerose indagini e processi contro la ‘Ndrangheta e ha lavorato a stretto contatto con l’unità di lotta alla mafia della Procura di Reggio Calabria.

Ha condotto diversi processi di grande rilevanza, contribuendo a smantellare organizzazioni criminali e a mettere sotto accusa numerosi membri di spicco della ‘Ndrangheta.

La sua attività nella lotta alla criminalità organizzata gli ha procurato numerosi elogi, ma anche diverse minacce di morte da parte delle organizzazioni mafiose.

Nonostante le minacce, Gratteri ha continuato a svolgere il suo lavoro con determinazione e coraggio.

Nicola Gratteri è diventato una figura pubblica in Italia e ha scritto diversi libri sulla mafia e sulla criminalità organizzata.

Il suo impegno costante nella lotta alla ‘Ndrangheta lo ha reso uno dei magistrati più rispettati e ammirati nel paese.

L’allarme sui modelli sbagliati che girano sui social

“Le nuove generazioni di mafiosi, ‘ndranghetisti e camorristi in primis, stanno utilizzando in modo massiccio mezzi come Facebook, Instagram e TikTok per apparire come un modello conveniente e vincente – spiega il magistrato -.

In questi video mettono in esposizione, come in una vetrina, il loro potere e il loro successo mostrando soldi in mano, indossando orologi d’oro e abiti griffati, guidando auto di lusso e attraendo così le nuove generazioni magari disperate.

Molti giovani, disoccupati o non ben strutturati sul piano culturale, trovando allettante tutto questo, potrebbero cadere in una trappola.

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