22 Novembre 2024 22:57
Francesco Lollobrigida si difende dalla bufera per la “fermata ad personam”
23 novembre 2023 – Nessun abuso di potere, nessuna arroganza, nessun atto di presunzione. Solo un servizio messo a disposizione dei viaggiatori e il rispetto di un impegno di Stato.
Si difende così Francesco Lollobrigida, finito al centro della bufera dopo la notizia diffusa da Il Fatto Quotidiano secondo cui il ministro dell’Agricoltura si sarebbe fatto riservare una fermata ad personam per scendere dal Frecciarossa Torino-Salerno, lunedì 21 novembre.
Il treno, a causa di un guasto sulla tratta Roma-Napoli, era in ritardo di oltre due ore.
Lollobrigida, che era diretto a Caivano (Napoli) per partecipare a un’inaugurazione, ha chiesto a Trenitalia di fermare il convoglio alla stazione di Ciampino, dove è sceso insieme al suo entourage per raggiungere in auto la destinazione finale.
La notizia ha suscitato un’ondata di polemiche, con accuse di privilegio e arroganza nei confronti del ministro.
Lollobrigida ha replicato con una nota in cui ha spiegato che la fermata era stata autorizzata da Trenitalia e che era “disponibile alla discesa di tutti”.
“Non ho chiesto un trattamento speciale, ma solo di rispettare un impegno di Stato”, ha scritto il ministro.
“La fermata era prevista per garantire il regolare svolgimento dell’inaugurazione del parco urbano di Caivano, un’iniziativa importante per la comunità locale”.
La vicenda è ancora al vaglio della politica. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha definito la fermata “un segnale devastante ai cittadini” e ha annunciato che il Movimento valuterà se chiedere le dimissioni del ministro.
La posizione di Trenitalia
Trenitalia ha confermato che la fermata di Ciampino è stata autorizzata per motivi istituzionali.
La società ha spiegato che le fermate extra sono previste in casi straordinari, come in questo caso in cui il treno era in ritardo e il ministro doveva partecipare a un evento importante.
“La fermata era aperta a tutti i viaggiatori”, ha precisato Trenitalia. “Tuttavia, nessuno ha manifestato la volontà di scendere”.
La vicenda ha sollevato un dibattito sulla questione dei privilegi dei politici.
In Italia, non esistono regole precise in materia. I ministri, come qualsiasi altro cittadino, possono richiedere fermate extra sui treni, ma la decisione spetta alle aziende ferroviarie.