26 Dicembre 2024 09:05
L’imputato, di Fadeis, deve rispondere di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso
Sono concluse le indagini preliminari sul tragico investimento pirata di Faedis costato la vita a Luigino Vanone. Il Pm della Procura di Udine titolare del relativo procedimento penale, la dott.ssa Maria Caterina Pace, ha chiesto il processo per l’automobilista che ha ucciso il ciclista, tirando diritto e lasciandolo al suo destino, salvo poi costituirsi l’indomani dai carabinieri. Si tratta di C. G., 31 anni, della stessa Faedis dove si è anche verificato l’incidente e dove risiedeva pure la vittima, che aveva 65 anni.
L’imputato dovrà rispondere del reato di omicidio stradale con le pesanti aggravanti della fuga e dell’omissione di soccorso. Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale di Udine, dott. Matteo Carlisi, ha fissato per il 21 febbraio 2024, alle ore 10.45, l’udienza preliminare di un processo dal quale i congiunti del sessantacinquenne, affidatisi a Studio3A, si aspettano giustizia.
La ricostruzione del tragico incidente, che risale allo scorso marzo
Il sinistro è accaduto, come detto, a Faedis, in via Udine, il 25 marzo 2023, poco prima delle 21. Vanone stava procedendo in sella alla sua bicicletta in direzione Povoletto. Stava tornando dal centro verso la frazione di Ronchis, dove risiedeva con le sorelle, quando C. G., alla guida di una Ford Focus, che sopraggiungeva dalle sue spalle nello stesso senso di marcia, superando la bici l’ha inopinatamente tamponata, sbalzandolo a oltre venti metri di distanza. Un impatto tremendo che non gli avrebbe lasciato scampo.
Non bastasse, e nonostante la chiara violenza dell’urto, come riferito da un testimone l’automobilista, dopo essersi fermato per pochi istanti ad alcune centinaia di metri dal luogo dell’incidente, è ripartito sgommando e si è dileguato. Solo il giorno seguente, poco prima delle 11, il pirata si è presentato presso i carabinieri di Premariacco ammettendo le proprie responsabilità.
La richiesta di processo del Sostituto Procuratore
Il Sostituto Procuratore gli imputa non solo di essersi dato alla fuga e di “non aver ottemperato all’obbligo di prestare l’assistenza occorrente”, per citare la richiesta di rinvio a giudizio, ma anche la responsabilità dell’incidente, “ricollegabile al suo comportamento” di guida.
In particolare, il Pm ascrive all’imputato “colpa specifica consistita nella violazione di norme sulla disciplina stradale, l’art. 148 comma 3 del Codice della Strada, avendo omesso di mantenere un’adeguata distanza laterale dal ciclista durante la manovra di sorpasso di quest’ultimo”, come accertato dall’ing. Marco Pozzati, il Ctu che ha ricostruito l’incidente.
Il parere degli ingegneri su dinamica, cause e responsabilità dell’incidente stradale
Alle operazioni peritali ha partecipato quale consulente tecnico per la parte offesa e fornito il suo apporto anche l’ing. Iuri Collinassi, messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso l’Area Manager Friuli e responsabile della sede di Udine Armando Zamparo – e unitamente all’avv. Elisabetta Zuliani del Foro di Udine -, si sono rivolti per essere assistiti i familiari di Vanone.
Il sessantacinquenne ha lasciato nel dolore tre sorelle e quattro amati nipoti. I quali, ora, così come Studio3A, si aspettano una risposta forte da parte della giustizia penale. “Pacifico e incontestabile l’allontanamento di C. G. dal teatro del sinistro dopo l’investimento, nonostante si fosse concretizzato un impatto di media intensità che non poteva non essere percepito dal conducente” scrive nella sua perizia, sgombrando ogni dubbio, il Ctu.