22 Novembre 2024 05:10
sequestrato impianto che smaltiva anche rifiuti provenienti dai cantieri per la realizzazione della galleria del Brennero.
A Denno sequestrato impianto
A Denno sequestrato impianto recupero rifiuti, i Carabinieri del NOE di Trento, con il supporto dei militari della Compagnia di Cles, hanno effettuato il sequestro preventivo di un impianto.
il GIP di Trento ha disposto il sequestro preventivo di un impianto di recupero rifiuti gestito da una società con sede in provincia di Trento.
L’indagine che ha portato al provvedimento è stata denominata “Brennero” e rientra nell’ambito del monitoraggio delle grandi opere, svolto dal Reparto Speciale dell’Arma.
Traffico illecito di rifiuti
L’oggetto dell’indagine era il traffico illecito organizzato di rifiuti.
Il NOE e coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trento ha svolto le indagini.
I militari e gli ispettori del Nucleo Ispettivo di APPA hanno ricostruito che i responsabili delle società avrebbero smaltito illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti.
Durante le indagini i militari avrebbero svolto numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, effettuati anche con il supporto di personale del Corpo forestale provinciale.
Inoltre hanno monitorato le immagini di alcune telecamere opportunamente piazzate intorno all’impianto sequestrato.
I responsabili delle società sono tutti indagati per attività organizzate per traffico illecito di rifiuti (aggravate).
Avrebbero smaltito illecitamente ingenti quantitativi di rifiuti (stimati in circa 400.000 tonnellate negli ultimi tre anni).
Parte dei rifiuti sarebbero provenienti anche dai lavori per la realizzazione del collegamento tra la galleria di Base del Brennero e la stazione centrale di Innsbruck.
Materiale smaltito in bonifiche agrarie
Il materiale di provenienza illecita era smaltito in bonifiche agrarie della Valle di Non.
Aree di pregio che in un futuro sarebbero state destinate alla produzione agricola e alimentare.
Secondo l’ipotesi investigativa l’azienda non svolgeva alcuna operazione di recupero sui rifiuti.
Ma proponeva i propri materiali ad imprenditori agricoli impegnati nella realizzazione di opere di bonifica agraria, a condizioni economicamente vantaggiose.
IL GIP, oltre all’impianto (del valore stimato di circa un milione di euro), ha disposto anche il sequestro dei mezzi d’opera e dei conti correnti bancari.
Il giudice ha nominato un amministratore giudiziario per la gestione dell’attività.