27 Dicembre 2024 02:57
Autobomba di Limbadi l’INPS manda il conto a Ciccio Vinci, deve pagare per il ricovero a Palermo in seguito all’attentato in cui è morto il figlio Matteo.
Autobomba di Limbadi l’INPS manda il conto
Il 9 aprile del 2018 un’autobomba uccise suo figlio Matteo che non aveva voluto cedere i suoi terreni e ferì gravemente Ciccio Vinci.
Matteo vinci, un biologo calabrese di 42 anni stava percorrendo in auto una stradina di campagna con il padre Francesco (Ciccio) di 70 anni quando una bomba piazzata nel suo bagagliaio è esplosa.
Matteo morì subito mentre il padre Francesco fu ricoverato in ospedale con ustioni di secondo e terzo grado sul 20% del corpo.
La degenza di Ciccio Vinci è durata 78 giorni, molto di più dei 29 che lo stato copre in questi casi.
Di conseguenza ora l’uomo dovrà pagare la differenza di tasca sua con la detrazione dalla pensione e il pagamento di un bollettino postale.
La richiesta dell’INPS
“Gentile Signore – scrive l’Inps – in seguito ai dati trasmessi dal Ministero della Salute abbiamo provveduto a rideterminare l’importo della sua pensione. Sulla base dei nuovi calcoli gli importi della pensione relativi al corrente anno sono così variati…”
La vicenda di Ciccio Vinci è raccontata in concomitanza con la sentenza di primo grado che ha condannato all’ergastolo Rosaria Mancuso ed il genero Vito Barbara.
Ciccio Vinci, la moglie Rosaria Scarpulla e suo figlio Matteo non volevano cedere dei terreni confinanti a quelli dei Grillo-Mancuso imparentati con la cosca di Limbadi.
La DDA e i carabinieri nell’ambito dell’operazione “Demetra” nell estate di tre anni fa hanno arrestato i Mancuso.
La sentenza per l’autobomba
Per l’attentato con l’autobomba la Corte di Assise di Catanzaro ha condannato al carcere a vita Rosaria Mancuso, 66 anni, e il genero Vito Barbara, 31enne.
La Corte, oltre ai due ergastoli ha anche condannato a dieci anni di reclusione Domenico Grillo (73 anni), marito di Rosaria Mancuso per il tentato omicidio di Francesco Vinci con un brutale pestaggio l’anno precedente all’autobomba.