17 Novembre 2024 12:41
Bari, ordinanza di custodia cautelare per 4 persone eseguita dai Carabinieri nei confronti di 4 persone : estorsione aggravata dal metodo mafioso presso il porto di “Santo Spirito”.
Bari 19 Aprile 2024, ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone eseguita stamani, dai Carabinieri della Stazione di Bari Santo Spirito, su richiesta della DDA di Bari.
Un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di quattro indagati, ritenuti responsabili dei reati di :
- “estorsione continuata aggravata in concorso ”e “incendio aggravato”, entrambe con l’aggravante del metodo mafioso, nonché “occupazione abusiva di spazio demaniale”.
Le accuse
Secondo l’impostazione accusatoria, accolta dal Gip e fatta salva ogni necessaria valutazione nelle fasi successive del procedimento con il contributo della difesa, le indagini hanno fatto luce sul clima di assoggettamento cui erano soggetti i titolari delle imbarcazioni ormeggiate nel porto di Bari “Santo Spirito”, così come denunciato in un esposto anonimo pervenuto presso gli uffici della citata Stazione Carabinieri da cui ha avuto inizio l’attività d’indagine.
Gli approfondimenti investigativi e le immagini di video sorveglianza
I successivi approfondimenti, condotti mediante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza, numerosi servizi di osservazione e l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito di accertare il collaudato sistema estorsivo messo in atto da un cinquantaduenne, censurato e gravato da un precedente penale per reati associativi.
Guardiano abusivo del porto
Il 52enne indagato, da diverso tempo e con il concorso di altri due indagati, tutti destinatari di provvedimento cautelare in carcere, svolgeva un servizio di guardiania abusiva nel porto, inducendo i diportisti a corrispondere somme di denaro a titolo di “protezione” del natante ormeggiato, pena la prospettazione di un danno ingiusto.
I pescherecci e le estorsioni, e l’omertà per paura delle ripercussioni
Le richieste, su base mensile, erano definite da un tariffario in base alle dimensioni del natante, da un minimo di 10 euro per i “gozzetti” ai 100 euro per i pescherecci, il tutto in un clima di omertà e di assoggettamento delle vittime, consapevoli, in caso di rifiuto, del rischio di furto della strumentazione installata a bordo o del danneggiamento degli stessi natanti, come ricostruito nell’attività investigativa.
La catena per delimitare l’utilizzo del parcheggio pubblico
In particolare, si è evidenziato il ruolo di supremazia acquisito nel porto dal cinquantaduenne che aveva occupato abusivamente l’area demaniale antistante il porto, delimitandola con una catena, così da impedirne l’uso pubblico al fine di adibirla a parcheggio delle autovetture private, ricevendo spesso la preventiva richiesta telefonica da alcuni utenti.
Minaccia di morte al custode del circolo nautico
Lo stesso indagato aveva poi tentato di inserirsi nell’attività di custode presso un circolo nautico del porto, minacciando di morte il legittimo custode al fine di indurlo a rinunciare al servizio di guardiania svolto, senza tuttavia riuscirci.
Coinvolta anche la moglie dell’indagato sottoposta agli arresti domiciliari
Oltre al ruolo dei tre principali indagati, è emerso il coinvolgimento della moglie del cinquantaduenne, destinataria di misura cautelare agli arresti domiciliari, consapevole della provenienza illecita del denaro riscosso dal coniuge al porto e incaricata dallo stesso di registrare le mensilità ricevute dalle vittime.
3 persone in carcere e 1 agli arresti domiciliari
Per i fatti descritti, tre persone sono state ristrette in carcere e una agli arresti domiciliari.
È importante sottolineare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione delle misure cautelari odierne, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati dovrà essere accertata in sede dibattimentale, nel rispetto del contraddittorio con la difesa degli indagati.