Bolzano

Bolzano, blitz del N.A.S. smercio di anabolizzanti illecito, arrestate 7

Bolzano 27 Giugno 2024, ieri il N.A.S. di Trento, ha dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in carcere e una ai domiciliari disposte dalla Procura della Repubblica di Balzano.

Le sei persone, tutte di cittadinanza italiana, sono state individuate e condotte in carcere, tre di Roma, tre di Milano e una a Bolzano.

I reati contestai sono il traffico di anabolizzanti (art. 586 bis c.p.), tra cui ricompresi anche tra quelli considerati stupefacenti ) e 7371 dpr 309/9), in concorso (art. 110 .p.), un traffico ingente che riguarda spedizioni effettuate in maniera capillare, in tutta Italia.

Per la regione Trentino Alto Adige le indagini e l’esecuzione della ordinanza di custodia cautelare in carcere sono state effettuate unitamente ai Carabinieri della Compagnia di Bressanone.

Nell’esecuzione, i militari del NAS di Trento hanno ricevuto la necessaria preziosa collaborazione del N.A.S. di Roma e del Nas di Milano, nonché da personale del R.O.S. di Trento, Padova. Roma, Milano.

L’indagine trae origine dalla segnalazione di alcuni giovani sportivi, malati di tumore

L’indagine trae spunto da una segnalazione a seguito di scoperta di rilevazione di tumori, in alcuni giovani sportivi, che in letteratura scientifica sono specificatamente provocati dall’utilizzo di sostanze anabolizzanti.

Il dialetto altoatesino parlato dall’indagato

I carabinieri dei NAS di Trento individuavano il principale indagato, bodybuilder e personal trainer della palestra, frequentata da entrambi i giovani, e unitamente ai Carabinieri della Compagnia di Bressanone, conoscitori del particolare dialetto altoatesino parlato dallo stesso, cominciavano una approfondita attività di indagine.

Le indagini hanno richiesto un’attività approfondita, sistemica focalizzare in quanto il soggetto attenzionato era estremamente cauto e attento.

Tuttavia lo sforzo investigativo ha permesso di individuare il modus operandi dello stesso appurando che prendeva ordinazioni da clienti e poi ordinava per loro gli anabolizzanti, facendogli giungere come fermo posta presso una grossa catena di spedizioni.

Appositamente, il nome del destinatario era falso e così il nome del mittente, in modo da non permettere alcun riconoscimento né identificazione, anche in casi di controllo.

Il venditore bolzanino forniva il tracking al cliente che seguiva il pacco in arrivo e si presentava a ritirarlo con la ricevuta sul telefono.

Le indagini erano rese particolarmente difficili non solo dalla sospettosità dell’indagato, ma anche dalla sua attività nel campi degli integratori consentiti.

Nonostante ciò, i militari, valutando provenienza, tempistiche di arrivo e perso degli stessi, intercettavano alcuni pacchi in cui rinvenivano varie sostanze anabolizzanti.

Il portabagagli appena caricato

In un caso, seguendo il cliente, lo facevano fermare da una pattuglia e rinvenivano le sostanze nel portabagagli, appena caricato.

I un caso veniva accertato che il soggetto bolzanino, si serviva anche di un collaboratore per raccogliere contante dai vari clienti.

Quest’ultimo viene denunciato a piede libero in concorso.

Si accertava quindi che principali fonti di approvvigionamento per la regione Trentino Alto Adige, proveniva da Roma.

Per individuare chi spediva da Roma, i militari del N.A,S. si recavano a Roma, presso l’ufficio di spedizione e lì, coadiuvati dal N.A.S. romano, ponevano in essere una serie di servizi di osservazione e pedinamento al termine delle quali individuavano una coppia uomo e donna, che ogni giorno si recava all’ufficio spedizioni e inviava pacchi in tutta Italia (tra cui Bolzano) sotto falso nome.

Per fare ciò si avvalevano della complicità del titolare negozio di spedizioni che ben sapeva cosa stava spedendo e l’attività dei due, da cui anch’egli traeva beneficio economico.

Le indagini proseguivano, ma poiché alcuni pacchi, diretto a Bolano non erano pervenuti a destinazione, in quanto sequestrati dai N.A.S., si è scoperto che le spedizioni verso Bolzano iniziavano a provenire da Milano, il cui epicentro diviene la nuova fonte di approvvigionamento per il predetto soggetto bolzanino.

Nel contempo le spedizione da Roma si sono spostate su altro canale, con il coinvolgimento di un altro soggetto, poi identificato e denunciato in concorso.

Entrava quindi i scena un’altra figura di rilievo, una sorta di coordinatore delle attività che dopo alcuni pacchi “persi” tra Roma e Bolzano, decideva di provvedere personalmente.

I militari dopo approfonditi studi sui flussi dei pacchi, approntavamo una serie di servizi di osservazione con i quali riuscivano ad individuare suddetto coordinatore principale, e suoi dei collaboratori che ogni giorno spedivano pacchi in tutta Italia sotto falso nome.

Ottenute quindi concrete e concordanti evidenze di colpevolezza, l’A.G. ha disposto sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, e una ai domiciliari.

Durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia sono state anche seguite contestualmente 20 perquisizioni presso l’abitazione degli arrestati, le palestre bolzanine dell0arrestato altoatesino, abitazioni di amici fidanzate degli arrestato che i Carabinieri avevano ragione di credere fossero locali utilizzati per occultare il provento dell’attività criminosa, anabolizzanti e carte di credito intestate ad altri utilizzatori, per i pagamento.

I pacchi inviati da ciascun centro spedizioni, si aggirava intorno ai 250 al mese e viene stimato dai Carabinieri, un introito mensile tra i 55.000 e i 65.000 euro.

L’utilizzo di sostanze anabolizzanti crea infatti grave nocumento alla salute e in alcuni casi, può portare all’insorgenza si tumori nonché a svariate gravissime patologie.

L’utilizzo di anabolizzanti, alcuni di questi anche ricompresi tra gli stupefacenti è diffuso tra bodybuilder ma anche sportivi dilettanti o semplici frequentatori di palestre, inconsapevoli dei rischi.

Si ritiene utile per informare dell’attività di controllo svolto dalla Procura della Repubblica per tramite del NAS in ambito di Tutela della Salute dei giovani.

Stato delle indagini

Al momento appaiono tutte concluse a livello operativo ma sono in corso accertamenti documentali e di analisi dati.

Ad ogni modo, di ricorda che pemane la presunzione di innocenza, significa che una persona non può essere considerata colpevole di reato sino alla sentenza definitiva di condanna.

 

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